LA NOSTRA LEGGE E’ L’AMORE

Catechesi del Parroco

IL CAMMINO DELLA LEGGE TRA I POPOLI
Fin dalle origini dell’umanità ci sono state regole, precetti, statuti che hanno governato la vita sociale dei popoli. Gli studi di antropologia e le ricerche archeologiche hanno messo in luce antichi codici legislativi emanati da re o da divinità. Lo stesso ”decalogo” che la Bibbia ci ha trasmesso è stato per lungo tempo il punto di riferimento di ogni comportamento umano. Poteri religiosi e civili con il tempo si sono poi appellati a queste leggi per aggiungere spesso altre prescrizioni. Al tempo di Gesà, per esempio, gli scribi avevano ingabbiato il decalogo con 613 precetti minuziosi che riguardavano il culto, la vita familiare, la vita sociale.

GESU’ CI HA LIBERATI DA QUESTA SCHIAVITU’
Quando Paolo parla ai cristiani della ”Legge”(Gal 5,13-25) allude proprio ai minuziosi precetti dentro i quali gli ebrei erano tenuti come ingabbiati. Paolo dice che Cristo ci ha liberati dandoci un solo comandamento: ‘ Amare Dio e amare il prossimo’ Non c’è bisogno di altro, dice: se noi crediamo in Gesù sappiamo che ” MORDERCI A VICENDA” ci porta a distruggerci gli uni gli altri. Qualsiasi disordine sociale, qualsiasi depravazione morale, qualsiasi abuso di violenza, qualsiasi peccato non è altro che una mancanza d’amore.

OGNI ESSERE UMANO HA UNA COSCIENZA
Dice Gesù: ” Sapete giudicare l’aspetto della terra e del cielo, come mai questo tempo non sapete giudicarlo? E perchè non giudicate da voi stessi ciò che è giusto?”(Lc 12,56-57)
Il decalogo offre dieci esempi di pericoli mortali che minacciano ogni giorno il nostro amore e la nostra libertà. San Paolo parla delle ”opere della carne”, cioè degli istinti animaleschi della creatura umana che costituiscono un pericolo per la nostra dignità umana. Minacciano la nostra libertà perchè ci riducono in schiavitù.

La schiavitù della carne consiste proprio nel dovere per forza soddisfare impulsi bestiali. Più sei invidioso, più ti squalifichi; più sei fissato con il sesso, più ne diventi succube; più ti lasci guidare dall’ira, più la convivenza con gli altri diventa insopportabile. Imparare ad amare significa imparare a essere liberi e non lasciarci schiavizzare dalle imposizioni degli altri o dagli istinti che sono in noi.

AMERAI IL PROSSIMO TUO COME TE STESSO
Le opere della carne sono messe a tacere ”dallo spirito di Cristo”. Se Cristo vive in me, egli ci dà la ”grazia” che ci porta ad amare: se lui abita in noi, non siamo più capaci di ira, di violenza, di depravazioni e di odio. Amati da Dio attraverso Gesù non siamo più capaci di far male a nessuno. Per questo siamo giustificati, cioè dichiarati giusti.
In questo consiste il nostro cristianesimo: non, come molti pensano, in una serie interminabile di proibizioni e di sentenze di condanna, ma in un messaggio d’amore che è Cristo stesso.
Chi ama non ha bisogno che qualcuno gli insegni le regole dell’amore. Chi ama non ha bisogno che qualcuno gli dica: ”DEVI AMARE”, perchè l’amore è già dentro di lui. Troverà lui stesso la strada per esprimere ogni giorno il suo amore a coloro che ama. E’ libero, può esprimere il suo amore in mille modi e lo fa liberamente, senza proibizioni e senza imposizioni.

SE CREDI IN GESU’ NON PUOI NON AMARE
La novità cristiana rispetto a tutte le morali filosofiche o le etiche mondane sta proprio in questo. A volte si parla della osservanza della legge per acquistare MERITI e guadagnare il paradiso. Ma se uno ama, il paradiso è già dentro di lui, perchè Dio è in lui con il suo amore. Non sono le opere buone che ci rendono santi, ma l’amore di Dio che è in noi e che si manifesta nei pensieri, nelle parole, nelle azioni che ogni giorno compiamo.

Tutto quanto appena scritto lo troverete dettagliatamente nella lettera di san Paolo ai cristiani della Galazia.

MARIA, FIGLIA E MADRE DEL POPOLO

Scritti mariani

Tra i titoli, dati dalla pietà delle generazioni a Maria, il più bello e il più impegnativo è quello di madre di Dio, Dei Genitrix. Titolo grande, che non entra nella capacità umana; con esso una donna, creatura, è chiamata generatrice del Creatore. Una creatura che genera il Creatore.

Oddio!! Qui le menti vacillano, chè qui, in questo titolo, s’incastona il nucleo della rivoluzione divina, mercè la quale l’uomo è associato a Dio, fatto della sua famiglia.

Per inserirsi nell’umanità, Dio abbisogna d’una madre: e tra i miliardi di donne di tutti i tempi, sceglie Maria, una ragazza qualunque d’un qualunque borgo della Palestina, nel periodo storico più grigio di quel popolo disprezzato e reso schiavo. LA RIVOLUZIONE DI DIO.

Ma quella creatura era la più umile, la più abbandonata nelle braccia del Signore: la più innamorata di DIO. Così innamorata che per sè aveva rinunciato a ogni amore di uomo: non conosceva uomini.
E si compì la rivoluzione divina: quella dell’amore; quella per la quale la divinità prese stanza nel seno d’una fanciulla ed attinse del suo latte, ricevette le sue cure, fu avviata all’esistenza umana dalle sue mani. Le mani più pure, le cure più soavi, il latte più dolce…

Generando Dio agli uomini, ella generò la redenzione ad essi: mise termine alla loro schiavitù: suscitò la libertà. Generando Dio, generò l’amore; e con l’amore la verità e con la verità la pietà, la bontà, la solidarietà: i doni della vita, per vincere le forze della morte. Ella, con la generazione, ha reso Dio di casa tra noi: lo ha fatto della nostra razza; ne ha fatto uno dei nostri; sì che Cristo è divenuto nostro fratello e l’abisso tra cielo e terra è stato colmato, diventando tutto un dominio domestico.

Per Lei, per  il suo gesto d’amore, noi abbiamo recuperato i titoli d’una umanità, innalzata agli orli della divinità. (Lode e Gloria a Dio)

tratto da: Maria , modello perfetto