Io Accolgo Te: ‘Sessualità, linguaggio dell’Amore’

Corsi Prematrimoniali

Sessualità: che cosa è?
1- Una dimensione ‘ignorata’, denigrata, ridotta e incompresa
2- Una realtà di una bellezza superiore: alle origini era così!
3- Una realtà che differenzia l’uomo dalla donna: una ricchezza che si vuole distruggere.

Sessualità è il linguaggio dell’amore……vuol dire che mediante la sessualità l’uomo e la donna COMUNICANO.
E’ il più nobile mezzo di comunicazione dell’amore. Ma come ogni comunicazione deve essere fatta in maniera completa e secondo i canoni comunicativi. Per comunicare il pensiero usiamo parole e gesti, etc.
Per comunicare l’amore, il desiderio di bene che vogliamo all’altro, perchè la nostra vita sia completa e giunga a compimento, l’uomo e la donna si parlano attraverso il corpo.
L’atto unitivo dell’uomo con la sua donna ha un profondo significato e valore quando diventa ‘comunione di corpi‘ o meglio ‘comunione di due persone’, che mediante l’atto sessuale diventano uno (immagine della Trinità)
Questo linguaggio d’amore è vero e si compie in maniera idonea mediante il duplice significato dell’atto coniugale: quello unitivo e quello procreativo (possibilità di generare vita). Se provo a dissociare uno di questi aspetti, unitivo e procreativo, sto alterando la comunicazione. Avrò un perfetto atto unitivo ma non avrò una comunione di persone.

Ecco perchè nello spirito della Scrittura, nel pensiero della Chiesa e dell’insegnamento morale l’atto unitivo e procreativo non è contemplato fuori del matrimonio. Non perchè è peccato!!! Niente nella sessualità è peccato. Il peccato sessuale consiste in qualunque atto che riduce la vera natura sessuale a puro atto di piacere o ad atto di godimento individuale.

Preghiera finale/riflessione personale

Signore, ci hai dato un corpo ed eco sa parlare.
Un gesto ha in sè mille parole, un nostro bacio è forte come un grido,
ogni carezza è come un fraseggiare,
domanda e offerta, confessione e dono.
Questo linguaggio tutto personale,
che dice quello che non sappiamo dire,
che apre al cuore porte sconosciute per un incontro nuovo
tanto atteso ma pieno di trepidazione;
questo linguaggio di carne che ci aiuta ad una sconfinata confidenza,
ha inscritti i segni della Tua presenza dentro di noi, nel nostro stesso corpo.
Signore, ci hai dato un corpo ed ecco sa parlare:
fa che parliamo sempre al Tuo cospetto e Tu che vedi e ascolti, gioisci con noi.

Io Accolgo Te: ‘La preghiera in Coppia’

Corsi Prematrimoniali

La preghiera da sposi si vive soprattutto quando si è insieme e ognuno ha ben presente l’altro; quando lo sguardo non è fisso nel vuoto o in un Dio lontano ma nel Dio-Amore che è presente nella coppia, tra la coppia, con la coppia, un Dio che ci vuole bene e vuole che ci amiamo in modo perfetto.
Quando preghiamo sollecitiamo la volontà per volerci sempre più bene, per essere l’uno per l’altro e insieme aperti alla vita e al mondo. Si prega perchè si possa amare fortemente, assolutamente la creatura che il Signore ci ha posto accanto. E questa è anche la sua preghiera.
Occorre pregare insieme, ad alta voce, perchè l’altro senta, anche con la mano che si stringe, anche con i nostri corpi che sono vicini, anche con lo sguardo che si incrocia, anche con il cuore che nel frattempo perdona e rafforza la nostra relazione. La preghiera di coppia è molto ‘incarnata’: ha il ritmo del nostro stesso respiro, è il nostro respiro spirituale.
La preghiera coniugale può essere lunga o corta; come un atto d’amore, essa non ha tempo. Proprio perchè è molto incarnata, diventa ben presto intensa, anche se non è lunga.
La casa è il luogo in cui aprire la Parola di Dio. Marito e moglie si fanno insieme discepoli della Parola, si chiedono cosa dice loro, cosa chiede per la loro vita, la pregano e la celebrano.
La aprono ai figli, favoriti anche dalla proclamazione liturgica, e ritrovano in essa i segni dell’amore di Dio che li raggiunge e le indicazioni per crescere bene, per discernere tra le tante proposte dell’oggi e scegliere secondo il pensiero di Dio, fonte di vera gioia. La Parola, così, insinua una luce nuova nelle case che riflettendosi, per così dire, sulla famiglia, fa cogliere, nella stessa Parola, sfumature e messaggi fino ad allora sconosciuti.

Parola di Dio di questo incontro è Lc 1,46-55 ”Magnificat”
– Sappiamo riconoscere le ”grandi cose” che Dio ha fatto in me, in noi? Quali?
– Sappiamo lodare prima di domandare? Come sarebbe il nostro rapporto se non ci fossero la meraviglia e la ‘lode’ reciproche?
– Sappiamo trovare il tempo per pregare? Come sarebbe la nostra coppia se non dessimo ‘tempo’ l’uno all’altra?

Preghiera/riflessione
Padre Santo, stendi la tua mano sulla nostra coppia
perchè diventando, l’uno per l’altro,
segno della tua presenza,
impariamo a formare un cuor solo e un’anima sola;
con l’affetto e con le opere, edifichiamo la nostra casa,
e insieme la tua Chiesa. Amen

Io Accolgo te: ‘Sposarsi nel Signore’

Corsi Prematrimoniali

Dio chiede di passare attraverso l’amore di un uomo e una donna per farsi conoscere e agire.
Dio, che si mette in relazione con l’umanità, non può essere meglio annunciato che da due persone che si mettono definitivamente in relazione l’uno con l’altra. C’è bisogno di una sempre maggiore consapevolezza di essere strumenti nelle mani di Dio. Non si tratta di un portafortuna: in chiesa si viene per esprimere una scelta. Questa scelta è un impegno, ma è anche dono! E’ impegno perchè certamente si sente la responsabilità di essere portatori di una missione grande, rappresentanti di un amore grande. Dall’altra arte è anche dono, perchè in questo modo si entra in profonda amicizia con Dio e percorrendo questa vocazione si può conoscere il vero e unico bene della vita.
In questa missione, la coppia sa di non essere da sola, ha un esempio e può prendere forza dal dono che Gesù ha fatto di sè sulla croce. Dire di si al Signore vuol dire anche accogliere gli strumenti di grazia che egli mette a disposizione per i suoi amici. E’ dunque rimanendo uniti a Gesù nella preghiera e nei sacramenti che troviamo il modo migliore per portare a compimento la nostra scelta.
Dio vuole bene al nostro matrimonio, all’attrazione reciproca che sentiamo, ai sogni che stiamo facendo sul nostro futuro. Per questo l’amore matrimoniale ha a che fare con Dio nel duplice senso: partecipiamo al suo amore e da come Lui ci ama, possiamo capire come si può amare veramente. In secondo luogo, il nostro amore è uno dei modi scelti da Dio per manifestarsi profondamente al mondo

I fidanzati si sono posti queste domande:
”Mi sposo in chiesa perché…”
1- Ci credo
2- Ci crede la mia fidanzata/to
3- E’ meglio che in municipio
4- Per tradizione
5- Abbiamo mai pensato che l’amore che sentiamo tra di noi viene da Dio?

Sposarsi significa chiamare di Dio nella nostra vita di coppia.
Nel rito del matrimonio è Dio stesso che si impegna a nostro favore.

Io Accolgo te: ‘Amarsi da peccatori”

Corsi Prematrimoniali

La vita di famiglia offre occasioni uniche per perdonare ed essere perdonati. Quando vengono feriti i sentimenti, dì “perdonami” e “ti perdono”: darai un’ altra occasione all’ AMORE.

1. Quando sorge una situazione di litigio, chi di noi due fa il primo passo per riconciliarsi?
2. Sono consapevole che chi compie il primo gesto è la persona più matura e forte?
3. Sei d’accordo sui cinque modi di chiedere perdono?
a. Il rammarico (“Mi dispiace”)
b. L’assunzione di responsabilità (“Ho sbagliato”)
c. Il tentativo di rimediare (“Cosa posso fare per rimediare”)
d. L’impegno sincero (“Cercherò di non farlo più”)
e. Richiesta di perdono (“Puoi perdonarmi”)

Il perdono nella coppia
Non aver paura del litigio: avere dei conflitti è naturale e inevitabile;
avere dei conflitti non è un segnale cattivo: il litigio è un’opportunità di crescita nella relazione;
ci sono conflitti e conflitti: saperli riconoscere per affrontarli meglio;
come trasformare il litigio in un buon confronto: litigare male, litigare bene. – Perdonarsi….sempre. Il perdono come il dono più alto della tenerezza che ama . Il perdono è un dono completo, perfetto, non per dovere e nemmeno per costrizione morale.

1) Risoluzione negativa dei conflitti:
Stile competitivo: quando prevale uno sull’altro.
Stile dell’evitamento: quando si nega l’evidenza del problema per evitare l’ansia del confronto interpersonale.
Stile dell’accomodamento e del compromesso : si dilazionano i tempi per affrontare i conflitti e nel frattempo si sceglie il compromesso accomodante.
Aspettare il momento giusto lasciando decantare le emozioni negative.
Cercare il bene comune, senza pretendere la vittoria ad ogni costo e senza scegliere la logica del muro contro muro.
Aprirsi al cuore di Dio: il fatto di essersi sposati in chiesa non esime da situazioni difficili. Paolo VI nell’ “Humanae vitae”: “non scoraggiarsi, ma con umile perseveranza ricorrere al sacramento della confessione”.

PREGHIERA FINALE
Signore, riconciliami con me stesso.
Come potrei incontrare e amare gli altri
se non mi incontro e non mi amo più?
Signore, tu che mi ami cosi come sono
e non come mi sogno,
aiutami ad accettare la mia condizione di uomo,
limitato ma chiamato a superarsi.
Insegnami a vivere con le mie ombre e le mie luci,
con le mie dolcezze e le mie collere,
i miei sorrisi e le mie lacrime, il mio, passato e il mio presente.
Fa’ che mi accolga come tu m’accogli,
che mi ami come tu mi ami.
Liberami dalla perfezione che mi voglio dare,
aprimi alla santità che vuoi accordarmi.
Risparmiami i rimorsi di chi rientra in se stesso per non uscirne più,
spaventato e disperato di fronte al peccato.
Accordami il pentimento che incontra il silenzio del tuo sguardo
pieno di tenerezza e di pietà.
E se devo piangere, non sia su me stesso ma sull’ amore offeso.
La tua tenerezza mi faccia esistere ai miei stessi occhi!
Spalanca la porta della mia prigione
che io stesso chiudo a chiave!

”Io accolgo te: In Principio l’amore”’

Corsi Prematrimoniali

In Principio l’Amore/Fondamenti Biblici – Relatore: Don Alessandro Ferraro

L’amore coniugale è profondamente umano, coglie tutte le dimensioni della persona, è totale, unico, cioè esclusivo, fedele, fecondo. L’amore degli sposi non porta alla fusione, ma al dono. Ciascuna persona rimane distinta, e, lungi dal dissolversi nel dono reciproco, si afferma e si affina, cresce lungo tutta la vita coniugale, secondo questa grande legge dell’amore: donarsi l’uno all’altro per donarsi insieme. L’amore è il cemento e dà a questa unità di vita la sua solidità e lo slancio che porta a una pienezza sempre più perfetta.
Tutto l’essere vi partecipa, con la profondità del suo mistero personale e con le sue componenti affettive, sensibili, sia fisiche che spirituali, fino a costituire quell’immagine di Dio che la coppia ha per missione di incarnare giorno per giorno, intessendola con le sue prove. L’amore naturale degli sposi viene così assunto nel sacramento del matrimonio – dice Familiaris Consortio 13a – <<Lo Spirito che il Signore effonde dona il cuore nuovo e rende l’uomo e la donna capaci di amarsi, come Cristo ci ha amati.>>

18 gennaio 2020 – Condivisione
L’amore ha così tante sfaccettature che spesso ne perdiamo la profondità e restiamo confusi e disorientati. Ma qual’è l’amore vero? Chi c’è lo può insegnare? Solo chi ha inventato l’amore ci può insegnare ad amare, cioè Dio. E’ Lui che sa meglio di ogni altro come deve essere vissuto l’amore. Sposandoci in chiesa andiamo a chiedere a Lui come deve essere vissuto l’amore.
Ma perché stiamo insieme?
Chi ha voluto che ci incontrassimo?
C’è qualcuno che ha pensato a noi fin dall’eternità o tutto è casuale?
Tutto è pensato e voluto da Dio fin dall’eternità. Sotto l’apparente casualità di un incontro, si nasconde un progetto di vita.
Preghiera con riflessione
Amare
è rispettarti e rispettare tutti gli altri,
per essere in grado di rispettare profondamente
il corpo e la personalità di un altro,
è arricchire tutto il tuo essere
per poterne arricchire un altro,
è conquistarti,
per poter donare te stesso a un altro,
è dimenticarti per non impadronirti di un altro,
bensì offrirti a un altro,
è aprirti agli altri, accettare gli altri,
è comprendere gli altri,
per poter accogliere un altro,
e unirti a Dio per poter, in lui,
unirti a un altro essere. (Michel Quoist)

 

2° incontro di ”IO ACCOLGO TE”

Secondo incontro del corso prematrimoniale: CONDIVISIONE e Preghiera

Il fidanzamento è tempo di affidamento, di speranza condivisa, di sogni da realizzare, ma spesso alcune nostre miopie ci impediscono di vedere oltre.
Il cammino è lungo e spesso faticoso. Per non perdersi di coraggio bisogna guardare la meta, sperare nel suo raggiungimento, pregustare la gioia dell’arrivo.
La meta è il matrimonio, ma è il traguardo di inizio di una nuova vita. Le fondamenta sono nel fidanzamento, ma le stesse vacilleranno se non abbiamo la pazienza di aspettare l’altro, di accoglierlo, di amarlo, di supportarlo in ogni momento, come Gesù stesso ci ha insegnato.

I fidanzati hanno portato con loro questi interrogativi:

1: Quali sono le mancanze che tu hai nei confronti dell’altro/a?
2: Quali sono i bisogni che non ricevi?
3: Cosa farò da domani per migliorare me stesso e colmare i bisogni dell’altra?
4: Come rispondo ai sassi dei no che arrivano nella mia vita? Come accetto i difetti dell’altro? Quale capacità devo sviluppare?

In questo incontro  hanno chiesto al Signore, tenendosi per mano, la capacità di riconoscerlo, di accoglierlo e riconoscere, per il Natale che viene.

Signore, ti ringraziamo d’averci dato l’amore.
Ci hai pensato “insieme”
prima del tempo, e fin d’ora
ci hai amati così, l’una accanto all’altro.
Signore, fa’ che apprendiamo l’arte
di conoscerci profondamente;
donaci il coraggio di comunicarci
le nostre aspirazioni, gli ideali,
i limiti stessi del nostro agire.
Che le piccole inevitabili asprezze dell’indole,
i fugaci malintesi, gli imprevisti
e le indisposizioni non compromettano mai
ciò che ci unisce, ma incontriamo, invece,
una cortese e generosa volontà
di comprenderci.
Dona, Signore, a ciascuno di noi
gioiosa fantasia per creare ogni giorno
nuove espressioni di rispetto e di premurosa
tenerezza affinchè il nostro amore brilli
come una piccola scintilla
del tuo immenso amore.

Al via il Corso Prematrimoniale ‘ IO ACCOLGO TE ‘

Corsi Prematrimoniali

Domani 7 dicembre alle 19.30, primo incontro di: <<Io accolgo te>>.
Con queste parole inizia la prima formula del consenso nella liturgia del matrimonio. Questo è il cuore di ciò che sarà celebrato nel giorno delle nozze.
<<Accogliere se stessi>> è il presupposto per cominciare ad amare l’altro con libertà interiore e fare l’esperienza di lasciarsi amare così come si è.
<<Accogliere>> significa iniziare insieme un itinerario condiviso, non un corso che finisce ma un percorso che inizia.
<<Accogliere>> significa imparare a entrare nella sfera interiore dell’altro con delicatezza e saggezza, perchè le ferite interiori hanno risonanze a volte non facilmente controllabili e di cui non si percepisce inizialmente l’origine.
L’accoglienza vera apre il cuore all’altro e genera la nascita della ”logica del NOI”.

Il 14 dicembre vi sarà il secondo incontro sulla CONDIVISIONE E PREGHIERA seguirà, poi , la pausa natalizia. Il corso riprenderà i suoi incontri l’ 11 Gennaio 2020. Auguri e buon percorso ai fidanzati!