L’Assunzione: ”Persone eucaristiche” come Maria

Il Vangelo della vigilia fa risuanare le congratulazioni di una donna (Elisabetta) nei confronti di Maria, in quanto madre fisica del Messia, congratulazioni che Gesù stesso corregge, valorizzando piuttosto il rapporto di fede con Lui. Il Vangelo del giorno narra l’episodio della visitazione di Maria alla parente Elisabetta; evento che si conclude con la proclamazione del Magnificat. Maria che, portando in grembo il Verbo che in lei sta prendendo carne, ” si alza per andare in tutta fretta” da Elisabetta, anticipa con questo gesto il mistero della sua Assunzione.
Non dobbiamo fare nei confronti dell’Assunzione di Maria lo sbaglio per cui furono rimproverati gli apostoli che continuarono a fissare il cielo anche dopo che Gesù si era assiso alla destra del Padre. D’altronde, leggendo la pagina dell’Apocalisse, vediamo che quel cielo nel quale comparve ”il segno grandioso della donna vestita di sole” è tutt’altro che pacificato. In esso iniziò, contro la Chiesa e i figli da essa partoriti, una lotta che perdura tutt’oggi. Non rimaniamo, perciò, estatici a contemplare il cielo, ma diamoci da fare per camminare su questa terra portando, come Maria, Gesù ai nostri contemporanei. Un indirizzo in tal senso possiamo riceverlo dalla lettura che Giovanni Paolo II fece della pagina della Visitazione nella sua enciclica Mane nobiscum Domine. Proprio contemplando il cammino della Vergine da Nazaret alle montagna della Giudea, il Papa vide in Maria il primo ”ostensorio” vivente e coniò per lei il nuovo e bellissimo titolo di Donna eucaristica. E mentre gli ostensori conservati nelle nostre chiese non sono trasformati dall’Ostia santa che presentano all’adorazione dei fedeli, la Vergine Madre viveva in quei giorni una simbiosi unica con il Figlio di Dio che in lei diveniva uomo. Simbiosi che continuerà con Gesù adulto, crocifisso e risorto, poi asceso al cielo.
Ed è questo che giustifica la piena partecipazione di Maria al mistero pasquale del Figlio. Come lei anche noi dobbiamo divenire ”eucaristici”: vivere in comunione piena e continua con il Signore ricevuto nella santa Messa. Prendiamo coscienza del fatto che l’Eucarestia è caparra della nostra risurrezione. Noi non dobbiamo sentirci lontani dal cielo, poichè viviamo già, tramite il Santissimo Sacramento, la comunione ”in anima e corpo” con la Trinità che sarà oggetto della nostra beatitudine eterna
Preghiera: L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio mio salvatore, perchè Gesù mi ha salvato, umiliandosi fino alla morte di croce, e mi partecipa tale amore in ogni Eucarestia, ricordandosi e ricordandomi sempre la sua misericordia