12 settembre – Ss Nome di Maria

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Invochiamo con fiducia il nome di questa buona Madre, così potente che San Massimiliano Maria Kolbe diceva:
“Se Lucifero potesse invocare per la propria salvezza, la santissima Vergine con la sola parola “Maria”, raggiungerebbe il paradiso all’ istante.
Tanto più un uomo, anche se si trovasse nei momenti più duri e più disperati della vita”.,,

La Comunità Maria Ss delle Grazie Ringrazia

Festeggiamenti a Maria Ss

Il Parroco don Francesco Russo, il Vice Parroco don S. Saggiomo, il Comitato Festeggiamenti, le associazioni, i movimenti e i gruppi parrocchiali e tutta la comunità di Maria Ss delle Grazie
                                             RINGRAZIANO

Le Autorità religiose, civili e militari, le forze dell’ordine, la protezione civile, gli esercizi commerciali, i negozianti, gli Artisti Neomelodici, le Paranze della Tammurriata Giuglianese, tutti i volontari e i devoti della Madonna,

per la loro disponibilità, per la loro prestazione e per il loro contributo alla magnifica riuscita dei Festeggiamenti in Onore di Maria Ss delle Grazie.

                                              Con gratitudine tutta la Comunità di Maria Ss delle Grazie

31 maggio: ‘Due Donne e i loro bambini non ancora nati’

31 maggio: ”Visitazione della Beata Vergine Maria” 

Maria dopo l’annuncio dell’angelo ”in fretta” compie un viaggio impegnativo per recarsi dalla cugina Elisabetta.
Luca racconta, nel suo vangelo, che ben due volte Giovanni sussultò nel grembo di Elisabetta al saluto di Maria(vv.41 e 44).
I salti nella pancia della madre sono dunque il modo in cui Giovanni esprime la sua gioia, com’è detto esplicitamente al v 44: «il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo»; ma perché questa gioia? Giovanni non può parlare, ma Elisabetta interpreta il senso del suo sussulto: come diceva il profeta Malachia, la gioia è in risposta ad un sole che sorge, ad una presenza che assicura salvezza.
In Maria è presente il Signore.
Giovanni Battista ancora non è nato e già esercita quello che sarà il suo ministero: “segnala” la presenza di Gesù, invita ad accorgersi che il Signore è presente.
Come ha fatto Giovanni Battista, ancora nel grembo della madre, a capire che era arrivato il Signore? E come ha fatto Elisabetta a sapere che era questo il senso del suo scalciarle nel grembo? Com’è che ha saputo che Maria era incinta (sono passati pochi giorni dal concepimento) e che suo figlio era il figlio di Dio Signore? La risposta è la stessa per entrambi: grazie allo Spirito Santo e nello Spirito riconosce in Maria la Madre del suo Signore.
Di Giovanni, infatti, l’angelo aveva detto che sarebbe stato «colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre» (Lc 1,15); e di Elisabetta al v. 41 è detto che «fu colmata di Spirito Santo».
Non sono indovini, ma persone ricolme dello Spirito di Dio, che permette loro di riconoscere la presenza del Signore anche quando non si vede, di sapere che c’è anche quando non è visibile. Elisabetta al grido di benedizione per il dono ricevuto, si accompagna il senso di meraviglia: ” A cosa debbo che la Madre del Signore viene a me?’‘(come mai a me questa grazia?)
Questo è lo stile di Dio, essere il salvatore attraverso gli avvenimenti semplici della vita. Non si tratta dunque solamente di un elogio della vita normale, ma dell’annuncio che in questa è presente il Signore: protagonista seminascosto del brano è infatti lo Spirito Santo, che come Gesù nel grembo di Maria non si vede ma agisce, ispirando prima Giovani Battista e poi Elisabetta.
Due madri che, in fin dei conti, si assomigliano tantissimo; nonostante la differenza di età e di condizione sociale. Maria ed Elisabetta hanno ricevuto la visita del Signore ed entrambe l’hanno riconosciuto e accolto.
Come Maria ed Elisabetta, siamo invitati a vivere la vita come luogo di salvezza per ciascuno di noi. Il Signore vuole incontrarci, vuole “visitarci” e comunicarci il suo desiderio di stare con noi. Tutto questo è possibile attraverso lo Spirito Santo, la forza di Dio che va invocata.