25 marzo: Solennità dell’Annunciazione della Beata Vergine Maria”

Subito sotto, ai lati dell’arco, Giotto dipinge la casa di Nazareth in due parti perfettamente speculari. Nella parte di sinistra l’angelo Gabriele, inginocchiato, con le labbra socchiuse e una mano alzata, sta annunciando a Maria il messaggio divino; nell’altra mano tiene il cartiglio con il testo dell’annuncio.
Dall’altra parte la Vergine, anch’ella inginocchiata, è interrotta dalla sua pratica di preghiera quotidiana mentre sta ancora stringendo tra le mani il libro appena usato. Maria viene illuminata da un raggio divino che scende dall’alto della stanza. Le due porzioni di casa vengono virtualmente unite dalla tenda tirata in disparte, nell’estrema sinistra e nell’estrema destra. Dai due balconcini esterni fuoriescono due bastoni di legno a cui sono legati due drappi bianchi che si muovono sospinti dal vento. Essi richiamano la purezza di Maria e la sua immacolata concezione, mentre il vento che li gonfia ricorda la presenza dello Spirito di Dio.

(Eb 10,5.7) Disse il Signore, quando entrò nel mondo: «Ecco, io vengo per fare, o Dio, la tua volontà».

23 gennaio – ‘Lo Sposalizio di Maria e Giuseppe’

Una festa da non dimenticare: lo sposalizio della Vergine Maria

La scena si svolge all’interno del tempio, il luogo è sempre lo stesso, la scena è divisa a metà: da una parte gli uomini, dall’altra le donne.
Dio ha scelto come sposo di Maria l’anziano e pio Giuseppe, in modo da mantenere la castità della sposa, scelta che è stata resa palese dal prodigioso fiorire del bastone di Giuseppe. Una colomba che raffigura lo Spirito Santo si posa sul bastone sottolineando l’aspetto miracoloso dell’evento. Il sacerdote sta celebrando il matrimonio tenendo le mani degli sposi mentre Giuseppe mette l’anello alla sposa; vicino a lui sta l’inserviente del Tempio vestito di verde, che osserva la scena. Maria è esile a slanciata, come nelle sculture gotiche dell’epoca, ed ha una mano sul ventre che simboleggia la futura gravidanza. Dietro Maria c’è un gruppo di tre donne, tra cui una incinta ripete il gesto di toccarsi il ventre, mentre dietro Giuseppe sta un uomo che ha la bocca aperta e solleva la mano, probabilmente un testimone che sta parlando. A sinistra sono raggruppati i giovani che non sono stati scelti da Dio, caratterizzati con espressioni varie: chi di sorpresa, chi di disappunto per la scelta avvenuta come quel giovane che, adirato per non essere il prescelto, addirittura rompe il proprio bastone imputandogli la colpa di non essere fiorito.

Il Presepe Parrocchiale

Ci siamo! Il Presepe parrocchiale è terminato dopo 15 giorni di preparazione.
Ogni anno è compito del maresciallo Enzo Di Fiore preparare il presepe parrocchiale.
Il suono dell’acqua, i pastori, gli animali, i magi, la gente del popolo, Giuseppe e Maria. Tutti lì già pronti in ‘attesa’ dell’ATTESO, Gesù.

Ma, il vero presepe dovrà essere allestito nei nostri cuori.
Dopo questi giorni il nostro presepe interiore ne dovrà uscire rafforzato, ancora più illuminato, ci dovrà accompagnare nei giorni di un anno che sarà sicuramente pieno di problemi, preoccupazioni e grattacapi.
Il nostro presepe interiore allora ci ricorderà di alzare lo sguardo verso la Luce della Vita che sprigiona da quella umile capanna per ricordarci che non siamo destinati a diventare un rottame biologico che si perde nel nulla dopo qualche anno di affanno, ma una delle stelle che illumineranno il Cielo.

Se così inteso, il presepe diventa allora una stazione di sosta nel nostro cammino pesante, angosciato, affannato. Diventa il ricordo di un momento in cui tutto si ferma e fa silenzio e restiamo io e il mio Dio, uno di fronte all’altro, io con il mio carico di miserie, Lui con il suo carico di amore che mi dice non temere, io sono venuto per te, io sono con te, non avere paura.
Buon Natale a tutti!

”Presentazione di Maria al Tempio di Gerusalemme”

Il tempio è uno dei fondamentali concetti religiosi: l’abitazione di Dio fra gli uomini. Nell’antico Testamento, il tempio è il luogo scelto da Dio stesso, luogo di grazia, dove al momento della consacrazione apparve la gloria di JHWH in forma di una nuvola che riempì il Santuario(1Re 8,10-11). Vi si accedeva da tutte le parti del mondo in pellegrinaggio, per cercare il volto di Dio (Sal 42,3).
Questi motivi ricevono nell’iconografia un significato mariano. La nuvola che adombrò il monte Sion prefigura la venuta dello Spirito Santo su Maria all’ora dell’Annunciazione (Lc 1,35). E l’accesso al tempio diede occasione ad una narrazione apocrifa piena di significato simbolico. Si racconta che all’età di tre anni la Madonna venne al tempio non per un pellegrinaggio, ma per dimorarvi stabilmente. Condotta dai genitori, viene ricevuta dal sacerdote Zaccaria, simbolo dell’Antica Legge. Egli presenta cioè a Dio la Madre di Colui che sarà condotto in seguito da lei stessa al medesimo sacerdote. Nutrita dall’angelo, Maria avrebbe lavorato nel tempio alla tessitura del velo del Santo dei Santi.
In ambiente monastico, la festa della Introduzione nel tempio fu celebrata con solennità. I monaci vi vedevano un eloquente simbolo della contemplazione, di cui Maria è il classico esempio. Il pane degli angeli è la theoria, la visione di Dio, per quanto essa è raggiungibile in questa vita. Maria riceve questo pane mentre lavora alla tessitura del velo per il santuario. Già Origene vedeva in questo velo il simbolo dell’umanità di Cristo che deve essere penetrato con lo sguardo spirituale per scopreire la divinità del Verbo nella sua umile forma. L’umanità, che per gli altri nasconde Dio, per Maria lo rivela.
Maria viene condotta nel tempio dal corteo delle vergini con le luci accese. La purezza del cuore e l’illuminazione della grazia sono condizione essenziale alla conoscenza dei misteri di Dio (Mt 5,8).
Talvolta essa è raffigurata nell’atto di salire i tre gradini che conducono al tempio. E’ un simbolo che dalla theoria (contemplazione) delle cose visibili bisogna passare a quella dell’invisibile, ed infine alla ”teologia”, cioè alla contemplazione della Santissima Trinità. Se la leggenda narra che la Madonna sarebbe stata introdotta nel tempio all’età di soli tre anni, si voleva con tale spunto sottolineare fortemente che la maturità spirituale differisce notevolmente da quella fisica e ciò che è nascosto ai sapienti del mondo può essere rivelato ai piccoli (Lc 10, 21).

L’immagine di Maria Ss bambina la trovate in parrocchia entrando sul lato destro

San Girolamo, Dottore della Chiesa

Arte parrocchiale&Teologia Icone

San Girolamo è un Padre della Chiesa che ha posto al centro della sua vita la Bibbia: l’ha tradotta nella lingua latina, l’ha commentata nelle sue opere, e soprattutto si è impegnato a viverla concretamente nella sua lunga esistenza terrena, nonostante il ben noto carattere difficile e focoso ricevuto dalla natura.

Che cosa possiamo imparare noi da San Girolamo? Mi sembra soprattutto questo: amare la Parola di Dio nella Sacra Scrittura. Dice San Girolamo: “Ignorare le Scritture è ignorare Cristo”. Perciò è importante che ogni cristiano viva in contatto e in dialogo personale con la Parola di Dio, donataci nella Sacra Scrittura. Questo nostro dialogo con essa deve sempre avere due dimensioni: da una parte, dev’essere un dialogo realmente personale, perché Dio parla con ognuno di noi tramite la Sacra Scrittura e ha un messaggio ciascuno. Dobbiamo leggere la Sacra Scrittura non come parola del passato, ma come Parola di Dio che si rivolge anche a noi e cercare di capire che cosa il Signore voglia dire a noi. Ma per non cadere nell’individualismo dobbiamo tener presente che la Parola di Dio ci è data proprio per costruire comunione, per unirci nella verità nel nostro cammino verso Dio. Quindi essa, pur essendo sempre una Parola personale, è anche una Parola che costruisce comunità, che costruisce la Chiesa. Perciò dobbiamo leggerla in comunione con la Chiesa viva. Il luogo privilegiato della lettura e dell’ascolto della Parola di Dio è la liturgia, nella quale, celebrando la Parola e rendendo presente nel Sacramento il Corpo di Cristo, attualizziamo la Parola nella nostra vita e la rendiamo presente tra noi. Non dobbiamo mai dimenticare che la Parola di Dio trascende i tempi. Le opinioni umane vengono e vanno. Quanto è oggi modernissimo, domani sarà vecchissimo. La Parola di Dio, invece, è Parola di vita eterna, porta in sé l’eternità, ciò che vale per sempre. Portando in noi la Parola di Dio, portiamo dunque in noi l’eterno, la vita eterna.

8 Settembre – Festa della Natività di Maria

La presente festa è come una pietra di confine tra il Nuovo e l’Antico testamento. Mostra come ai simboli e alle figure succeda la verità, e come alla prima alleanza succede la nuova. Tutta la creazione dunque canti di gioia, esulti e partecipi alla letizia di questo giorno. Angeli e uomini si uniscano insieme per prendere parte alla odierna liturgia. Insieme la festeggiano coloro che vivono sulla terra e quelli che si trovano nei cieli. Questo infatti è il giorno in cui il Creatore dell’universo ha costruito il suo tempio, oggi il giorno in cui, per un progetto stupendo, la creatura diventa la dimora prescelta del Creatore. (Dai discorsi di sant’Andrea di Creta, vescovo)

Natività della Vergine – Giotto, Cappella degli Scrovegni, Padova
Nascita di Maria SS – Ambientata nella stessa identica abitazione di sant’Anna che appare nell’Annuncio, la scena mostra l’anziana donna che sdraiata nel proprio letto (uguale è anche la coperta a righe), ha appena partorito e riceve la figlia fasciata da una levatrice, mentre una seconda le sta per porgere qualcosa da mangiare. La scena mostra inoltre altri due episodi: in basso due aiutanti hanno appena fatto il primo bagnetto alla neonata e l’hanno fasciata (una tiene ancora in grembo un rotolo di stoffa), mentre all’ingresso dell’abitazione un’altra fantesca riceve da una donna vestita di bianco un pacchetto di panni.