Vangelo – IMPARIAMO DA GESÙ, MITE E UMILE DI CUORE

Vangelo

Gesù c’invita oggi a moderare le nostre ambizioni. L’esortazione a non cercare i primi posti non è una lezione di galateo, ma un invito a servire e privilegiare i poveri, coloro che non possono contraccambiare.

L’autore del Siràcide (I Lettura) si rivela un maestro di sapienza che parla ai suoi ascoltatori come un padre a un figlio. Le virtù che ci rendono graditi agli occhi di Dio e amabili da parte degli uomini sono: la mitezza, l’umiltà, la generosità, la misericordia. L’evangelista Luca, nel contesto del “ciclo della mensa”, presenta Gesù Maestro che insegna le condizioni per entrare nel suo Regno: umiltà, pratica delle opere di misericordia, modestia, rinuncia all’autogiustificazione. Chi si esalta – vivendo nell’orgoglio e nella superbia – sarà umiliato, e chi si umilia – facendosi tutto a tutti vivendo come servo per amore – sarà esaltato, giungendo alla risurrezione dei giusti, raggiungendo le dimore eterne. Accogliamo l’invito di Gesù a prendere su di noi il giogo soave del suo amore, imparando da lui, che è mite e umile di cuore (Canto al Vangelo). Attorno alla mensa eucaristica ci riconosciamo tutti fratelli per pura grazia, formando la «festosa assemblea della nuova alleanza» (II Lettura), ricevendo luce e forza per onorare il Signore negli umili e nei sofferenti, per i quali ha preparato una casa (Ritornello del salmo)

La Domenica

Vangelo – LA CHIAMATA UNIVERSALE ALLA SALVEZZA

Vangelo

Nessuno può considerare la sua appartenenza a Cristo come garanzia di una facile salvezza. Questa, infatti, è una grazia che va accolta e condivisa in una vita spesa per Dio e per i fratelli.

Il profeta Isaìa (I Lettura) evidenzia l’universalità della salvezza, annunciando il pellegrinaggio di tutti i popoli – giudei e pagani – verso la città santa, Gerusalemme, ove vedranno la gloria del Signore, che dona pace e salvezza, e ne diventeranno i testimoni. Dio vuole fare di tutti noi un’offerta a lui gradita. Nel contesto del viaggio pasquale verso Gerusalemme, Gesù Maestro (Vangelo) insegna ai suoi discepoli che tutti sono chiamati a partecipare al banchetto pasquale della vita nuova – a sedere a mensa nel regno di Dio –, passando attraverso la porta stretta della croce, cioè della conversione, della pratica del Vangelo, del perdono reciproco, dell’amore donato senza limiti, della fedeltà alla propria vocazione, disposti anche a perdere la vita per salvarla. L’autore della lettera agli Ebrei (II Lettura) ci offre una meditazione sulla pedagogia divina. Come un padre buono corregge i suoi figli perché vuole il loro bene, così il Padre tenerissimo ci pota, ci ammonisce attraverso la sua Parola e le prove della vita perché non deviamo dalla via santa del Vangelo. Beati noi invitati al banchetto eucaristico, in cui ci è dato il pegno della gloria futura! (La Domenica)

Vangelo – ACCONSENTIRE ALL’UMILIAZIONE

Vangelo

Nel mondo, che sempre mal sopporta i veri valori spirituali, chi vuole seguire Cristo diventa necessariamente segno di divisione. Se spesso ci sentiamo rifiutati, ricordiamo che il primo a pagare, e a caro prezzo, è stato proprio il Cristo.
Era scandalosa la predicazione di Geremìa! Era arrivato a dire: «Servite il re di Babilonia e vivrete» – cioè accettate di essere sconfitti e vivrete! Perché il profeta aveva capito che Dio chiedeva al suo popolo di acconsentire ad essere messo a nudo e umiliato. E lo proclamava con forza. Fu quindi accusato di scoraggiare il popolo d’Israele e gettato nella cisterna. Acconsentire all‘umiliazione non è quello che il Signore chiede anche oggi alla sua Chiesa? Ed è senz’altro molto doloroso. Ci sembra talvolta di perdere tutto. E come mai il Signore ci fa passare oggi per tale prova? Se non perché finalmente ci convertiamo e ci gettiamo nel fuoco del suo amore, quel fuoco che Gesù è venuto a gettare sulla terra? Quel fuoco, Gesù l’ha acceso in mezzo a noi attraverso il Battesimo della sua morte in croce. Di fronte alla gioia che gli era posta dinanzi, Gesù si sottopose alla croce, disprezzando il disonore, per onorare ciascuno di noi, per accendere un grande fuoco che trasformasse la storia, per essere roveto ardente di misericordia per tutti noi! Allora la Chiesa, così purificata dalla misericordia divina, sarà roveto ardente per il mondo!
(La Domenica)

Rompiamo il silenzio sull’Africa, appello di padre Alex Zanotelli

News

Da Condividere in modo che gli italiani sappiano cosa sta veramente vivendo gran parte della popolazione africana.
Appello di padre Alex Zanotelli pubblicato su Focus on Africa nel 2019 e rilanciato oggi

«Rompiamo il silenzio sull’Africa.
Non vi chiedo atti eroici, ma solo di tentare di far passare ogni giorno qualche notizia per aiutare il popolo italiano a capire i drammi che tanti popoli africani stanno vivendo.
Scusatemi se mi rivolgo a voi in questa torrida estate, ma è la crescente sofferenza dei più poveri ed emarginati che mi spinge a farlo. Per questo, come missionario e giornalista, uso la penna per far sentire il loro grido, un grido che trova sempre meno spazio nei mass-media italiani, come in quelli di tutto il modo del resto.

Trovo infatti la maggior parte dei nostri media, sia cartacei che televisivi, così provinciali, così superficiali, così ben integrati nel mercato globale.
So che i mass-media , purtroppo, sono nelle mani dei potenti gruppi economico-finanziari, per cui ognuno di voi ha ben poche possibilità di scrivere quello che veramente sta accadendo in Africa.

Mi appello a voi giornalisti/e perché abbiate il coraggio di rompere l’omertà del silenzio mediatico che grava soprattutto sull’Africa.
È inaccettabile per me il silenzio sulla drammatica situazione nel Sud Sudan (il più giovane stato dell’Africa) ingarbugliato in una paurosa guerra civile che ha già causato almeno trecentomila morti e milioni di persone in fuga.

È inaccettabile il silenzio sul Sudan, retto da un regime dittatoriale in guerra contro il popolo sui monti del Kordofan, i Nuba, il popolo martire dell’Africa e contro le etnie del Darfur.
È inaccettabile il silenzio sulla Somalia in guerra civile da oltre trent’anni con milioni di rifugiati interni ed esterni.
È inaccettabile il silenzio sull’Eritrea, retta da uno dei regimi più oppressivi al mondo, con centinaia di migliaia di giovani in fuga verso l’Europa.
È inaccettabile il silenzio sul Centrafrica che continua ad essere dilaniato da una guerra civile che non sembra finire mai.
È inaccettabile il silenzio sulla grave situazione della zona saheliana dal Ciad al Mali dove i potenti gruppi jihadisti potrebbero costituirsi in un nuovo Califfato dell’Africa nera.
È inaccettabile il silenzio sulla situazione caotica in Libia dov’è in atto uno scontro di tutti contro tutti, causato da quella nostra maledetta guerra contro Gheddafi.
È inaccettabile il silenzio su quanto avviene nel cuore dell’Africa , soprattutto in Congo, da dove arrivano i nostri minerali più preziosi.
È inaccettabile il silenzio su trenta milioni di persone a rischio fame in Etiopia, Somalia , Sud Sudan, nord del Kenya e attorno al Lago Ciad, la peggior crisi alimentare degli ultimi 50 anni secondo l’ONU.
È inaccettabile il silenzio sui cambiamenti climatici in Africa che rischia a fine secolo di avere tre quarti del suo territorio non abitabile.
È inaccettabile il silenzio sulla vendita italiana di armi pesanti e leggere a questi paesi che non fanno che incrementare guerre sempre più feroci da cui sono costretti a fuggire milioni di profughi. (Lo scorso anno l’Italia ha esportato armi per un valore di 14 miliardi di euro!).

Non conoscendo tutto questo è chiaro che il popolo italiano non può capire perché così tanta gente stia fuggendo dalle loro terre rischiando la propria vita per arrivare da noi.
Questo crea la paranoia dell’“invasione”, furbescamente alimentata anche da partiti xenofobi.

Questo forza i governi europei a tentare di bloccare i migranti provenienti dal continente nero con l’Africa Compact , contratti fatti con i governi africani per bloccare i migranti.

Ma i disperati della storia nessuno li fermerà.

Questa non è una questione emergenziale, ma strutturale al sistema economico-finanziario. L’ONU si aspetta già entro il 2050 circa cinquanta milioni di profughi climatici solo dall’Africa. Ed ora i nostri politici gridano: «Aiutiamoli a casa loro», dopo che per secoli li abbiamo saccheggiati e continuiamo a farlo con una politica economica che va a beneficio delle nostre banche e delle nostre imprese, dall’ENI a Finmeccanica.

E così ci troviamo con un Mare Nostrum che è diventato Cimiterium Nostrum dove sono naufragati decine di migliaia di profughi e con loro sta naufragando anche l’Europa come patria dei diritti. Davanti a tutto questo non possiamo rimane in silenzio. (I nostri nipoti non diranno forse quello che noi oggi diciamo dei nazisti?).

Per questo vi prego di rompere questo silenzio-stampa sull’Africa, forzando i vostri media a parlarne. Per realizzare questo, non sarebbe possibile una lettera firmata da migliaia di voi da inviare alla Commissione di Sorveglianza della RAI e alla grandi testate nazionali? E se fosse proprio la Federazione Nazionale Stampa Italiana (FNSI) a fare questo gesto? Non potrebbe essere questo un’Africa Compact giornalistico, molto più utile al Continente che non i vari Trattati firmati dai governi per bloccare i migranti?

Non possiamo rimanere in silenzio davanti a un’altra Shoah che si sta svolgendo sotto i nostri occhi. Diamoci tutti/e da fare perché si rompa questo maledetto silenzio sull’Africa.

Alex Zanotelli è missionario italiano della comunità dei Comboniani, profondo conoscitore dell’Africa e direttore della rivista Mosaico di Pace.

Vangelo – NON TEMERE, PICCOLO GREGGE!

Vangelo

La vita cristiana deve essere una vigile attesa. Anche se in certi periodi può sembrare che il padrone, il Signore, non venga, non dobbiamo mai dimenticare che, se la data è incerta, è certo che egli verrà.

Al popolo, tentato di dubitare del passaggio del Signore e della liberazione, l’autore del libro della Sapienza invita a comportarsi da «figli santi e giusti, sicuri delle promesse di Dio» (I Lettura). Benché sempre messi alla prova, i credenti – ci ricorda il passo della lettera agli Ebrei – hanno la garanzia di un grande avvocato presso Dio, Gesù Cristo, che ha attraversato i cieli e dischiude il passaggio nel santuario di Dio. Nel cammino verso questa dimora certa noi, discepoli del Signore, non abbiamo alcun timore perché, sebbene piccolo gregge, siamo i depositari del Regno che il Padre prepara a chi gli è fedele. Quel che ci è richiesto è la vigilanza nel cammino, perché la perfezione evangelica non sta nella presunzione d’essere a posto in tutto, quanto nel lavoro costante su noi stessi, con un sano discernimento, per rendere la nostra vita sempre più saggia e conforme a quanto Gesù indica nel Vangelo come via al Padre. Chiediamo allora al Signore di vegliare sempre su di noi e di avere l’anima costantemente in attesa dell’avvento del suo Regno, perché esso non ci colga di sorpresa e impreparati, ma pronti e ben disposti. (La Domenica)