29 maggio 2022: 56a Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali

Anche nella Chiesa c’è tanto bisogno di ascoltare e di ascoltarci. È il dono più prezioso e generativo che possiamo offrire gli uni agli altri. Noi cristiani dimentichiamo che il servizio dell’ascolto ci è stato affidato da Colui che è l’uditore per eccellenza, alla cui opera siamo chiamati a partecipare. «Noi dobbiamo ascoltare attraverso l’orecchio di Dio, se vogliamo poter parlare attraverso la sua Parola». [4] Così il teologo protestante Dietrich Bonhoeffer ci ricorda che il primo servizio che si deve agli altri nella comunione consiste nel prestare loro ascolto. Chi non sa ascoltare il fratello ben presto non sarà più capace di ascoltare nemmeno Dio. [5]

Nell’azione pastorale, l’opera più importante è “l’apostolato dell’orecchio”. Ascoltare, prima di parlare, come esorta l’apostolo Giacomo: «Ognuno sia pronto ad ascoltare, lento a parlare» (1,19). Dare gratuitamente un po’ del proprio tempo per ascoltare le persone è il primo gesto di carità.

È stato da poco avviato un processo sinodale. Preghiamo perché sia una grande occasione di ascolto reciproco. La comunione, infatti, non è il risultato di strategie e programmi, ma si edifica nell’ascolto reciproco tra fratelli e sorelle. Come in un coro, l’unità non richiede l’uniformità, la monotonia, ma la pluralità e varietà delle voci, la polifonia. Allo stesso tempo, ogni voce del coro canta ascoltando le altre voci e in relazione all’armonia dell’insieme. Questa armonia è ideata dal compositore, ma la sua realizzazione dipende dalla sinfonia di tutte e singole le voci.

Nella consapevolezza di partecipare a una comunione che ci precede e ci include, possiamo riscoprire una Chiesa sinfonica, nella quale ognuno è in grado di cantare con la propria voce, accogliendo come dono quelle degli altri, per manifestare l’armonia dell’insieme che lo Spirito Santo compone.

Preghiera a Maria, donna dell’ascolto

Maria, donna dell’ascolto, rendi aperti i nostri orecchi; fa’ che sappiamo ascoltare la Parola del tuo Figlio Gesù tra le mille parole di questo mondo; fa’ che sappiamo ascoltare la realtà in cui viviamo, ogni persona che incontriamo, specialmente quella che è povera, bisognosa, in difficoltà.

Maria, donna della decisione, illumina la nostra mente e il nostro cuore, perché sappiamo obbedire alla Parola del tuo Figlio Gesù, senza tentennamenti; donaci il coraggio della decisione, di non lasciarci trascinare perché altri orientino la nostra vita.

Maria, donna dell’azione, fa’ che le nostre mani e i nostri piedi si muovano “in fretta” verso gli altri, per portare la carità e l’amore del tuo Figlio Gesù, per portare, come te, nel mondo la luce del Vangelo. Amen. (Papa Francesco)

Verso la 55a GMCS: Informare e formare per una pastorale di comunione

Il 23 maggio 1971 è stata pubblicata l’Istruzione pastorale Communio et Progressio che approfondisce quanto già espresso nel decreto conciliare ‘Inter Mirifica’ circa gli strumenti di comunicazione sociale. Al n. 168 il documento recita: ”Si costituisca là dove è possibile un Ufficio diocesano o almeno interdiocesano. Uno dei suoi compiti principali sarà di studiare il piano pastorale diocesano e di curarne l’attuazione fino a livello parrocchiale, oltre al dovere di preparare in diocesi l’annuale celebrazione della giornata mondiale”.
Questo espresso da Communio et Progressio oggi è più che mai è fondamentale. Il ruolo dell’Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali diventa centrale con la crescente diffusione dei media che ha portato le nostre comunità ecclesiali a ”uscire fuori” e ”abitare” le nuove piazze digitali.
Nella nostra diocesi l’Ufficio per le Comunicazioni Sociali, insieme al settimanale Luce e Vita, al suo 97° anno di pubblicazione, ha accolto questa sfida già da alcuni decenni e, più di recente, si è costituito come luogo di incontro e di dialogo al servizio di tutta la comunità.
Uno dei primi compiti dell’UCS è quello di curare la ”comunione digitale”, ovvero di attuare un piano di comunicazione diocesana integrata coordinando i media attivi.
La prima missione è stata occuparsi del sito diocesano e dei canali social. L’èquipe dell’UCS oltre al reperimento delle notizie ha il compito di mantenere un costante collegamento con gli uffici diocesani, con le parrocchie e con le associazioni per far sì che possa svilupparsi una rete di collaborazione sinergica permanente.
La Chiesa, in questa epoca moderna, ha pensato di sfruttare le tecnologie per raggiungere vicini e lontani, ma anche solo curiosi e scettici; a tal proposito l’ufficio si occupa di disporre le dirette streaming(su Youtube e Facebook) sia in occasioni di celebrazioni di particolare interesse, sia di eventi e convegni che coinvolgono l’intera diocesi; in alcune circostanze, grazie alla collaborazione con l’emittente televisiva Tele Dehon, gli eventi sono trasmessi in chiaro in Puglia e Basilicata, Calabria e Campania. Ogni giovedì alle ore 14.00 l’Ufficio cura il notiziario diocesano con gli appuntamenti della settimana e le anticipazioni del giornale diocesano, trasmesso sui social e su Tele Dehon.
L’UCS, inoltre, ha al suo interno un Ufficio Stampa che cura le relazioni con i mass-media, si preoccupa della creazione di comunicati e dell’organizzazione di conferenze stampa. L’operato di questo Ufficio non poteva restare riservato a pochi e solo a livello diocesano, pertanto, di grande rilievo è l’impegno dell’èquipe nella formazione annuale per gli Animatori parrocchiali della Cultura e della comunicazione. Un percorso laboratoriale, giunto al suo decimo anno, che si svolge ogni mese da novembre a maggio, con la finalità di ”costruire” l’identità e il ruolo dell’animatore sino alla costituzione di un team parrocchiale, chiamata ECo (èquipe comunicazione) parrocchiale, con un preciso vademecum.
L’impegno dei membri dell’Ufficio Comunicazioni Sociali è ricambiato dall’entusiasmo dei partecipanti che, durante le varie dirette (in questo tempo pandemico) interagiscono come fossero presenti agli eventi, ed è motivato dalla partecipazione ai laboratori; in questi anni, infatti, sempre più giovani, provenienti dalle varie parrocchie, si affacciano alla scoperta di questa nuova tipologia di comunicazione e chiedono supporto all’equipe per crescere con le loro comunità.
Una comunicazione, quindi, non intesa in senso strumentale, ma quale nuovo aeropago di evangelizzazione.

(art. UCS della Diocesi di Molfetta)

97ª Giornata per l’Università Cattolica del Sacro Cuore

News UCS

La Giornata per l’Università Cattolica del Sacro Cuore che si celebrerà domenica 18 aprile 2021 approfondirà il tema “Un secolo di storia davanti a noi”. “Sarà un’occasione preziosa, proprio nel contesto del centenario, per ripensare il valore e il ruolo dell’Ateneo nella vita della società e della comunità ecclesiale”.

Cosi si conclude il Messaggio per la 97a Giornata: “La prossima beatificazione di Armida Barelli, artefice instancabile della nascita e della crescita dell’Ateneo, offre a tutti l’opportunità di misurarsi con un modello di santità femminile che ha precorso i tempi dando vita ad opere straordinarie che hanno segnato la vita della Chiesa e del Paese. La sua fede incrollabile nel Sacro Cuore ci sia d’esempio e ci aiuti a sostenere la vita dell’Ateneo e il cammino della Chiesa italiana”.

CEI – Messaggio per il Santo Natale

CEI UCS

A tutti i credenti e a tutte le donne e gli uomini di buona volontà auguriamo di farsi trovare pronti la Notte di Natale, quando la buona notizia del Bambino Gesù busserà alla porta dei nostri cuori. Aprite la porta al Signore che nasce e non abbiate timore di salire, un passo alla volta, tenendo la mano del fratello, sul monte del dolore dell’umanità per annunciare a tutti che il nostro Dio è ancora l’Emmanuele, è il Dio-con-noi. leggi l’intero messaggio

Preghiera per la 54a Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali

ComunicazioniSociali UCS

Crea in me, O Dio,
un cuore e una mente che sappiano raccontare.
Aiutami a scoprire, capire e trasmettere
la verità delle storie buone,
storie che edifichino e non distruggono;
storie che aiutino a ritrovare le radici
e la forza per andare avanti insieme.
Illuminami con la Tua Sapienza,
così che io non mi perda
nella confusione delle voci
e dei messaggi delle storie false che ci circondano.
Dammi quello sguardo benevolente, misericordioso,
profondamente umano
che sappia guardare il mondo e gli eventi
con tenerezza, amore e misericordia.
Aiutami a raccontare il mio essere parte
di un tessuto vivo, che sei Tu.
Trasforma il mio povero racconto con il tuo Spirito
che io possa essere un seme
che porta frutti di conoscenza e verità,
una luce che rischiara le tenebre.
Infiamma nel mio cuore la passione
e lo zelo di narrare incessantemente
il tuo amore e i valori del regno di Dio. Amen

O Maria, donna e madre, tu hai tessuto nel grembo la Parola divina, tu hai narrato con la tua vita le opere magnifiche di Dio. Ascolta le nostre storie, custodiscile nel tuo cuore e fai tue anche quelle storie che nessuno vuole ascoltare. Insegnaci a riconoscere il filo buono che guida la storia. Guarda il cumulo di nodi in cui si è aggrovigliata la nostra vita, paralizzando la nostra memoria. Dalle tue mani delicate ogni nodo può essere sciolto. Donna dello Spirito, madre della fiducia, ispira anche noi. Aiutaci a costruire storie di pace, storie di futuro. E indicaci la via per percorrerle insieme.

54a GMCS – VAGLIARE CON SENSO CRITICO GLI EVENTI

ComunicazioniSociali UCS

La memoria è una bella sfida. La segnala il Cardinale Anastasio Ballestrero in una riflessione pubblicata nel volume Autoritratto di una vita…(Edizioni OCD 2002):
«La memoria aiuta a custodire. Perché, se io mi ricordo le grazie che il Signore mi ha fatto, mi rende un grande servizio.
Ricordandomele mi fa lodare, ringraziare, benedire. E se invece mi ricordo gli sgarbi che ricevo dai miei amici, la memoria non mi fa un buon servizio. Allora ci vuole il discernimento. E il discernimento è quel grande impegno interiore, che bisogna continuamente purificare, nutrendolo nella luce della fede, alla presenza di Dio, secondo le ragioni della sua gloria e della sua bontà. Allora si va avanti».
Discernere non è una moda del momento presente, legato a un particolare dettame ecclesiale, sta invece a indicare un’esigenza reale della comunità cristiana nella sua multiforme presenza nella società. In questa presenza sono da includere gli strumenti della comunicazione sociale.
«Discernere – si legge nel Direttorio sulle comunicazioni sociali nella missione della Chiesa – significa comprendere la natura, le dinamiche e gli esiti del nuovo processo mediatico, per saper selezionare e scegliere».
Emergono dalla definizione del termine alcuni tratti che si configurano come un quadro di riferimento imprescindibile, se si considera il discernimento in rapporto all’esercizio della professione del comunicatore.
Il primo tratto è dato dalla convinzione che l’atteggiamento del discernimento è atto teologale, attivazione di un dono dello Spirito. Tale atto esige, pertanto, la conversione, il profondo rinnovamento interiore.
Nel riferirsi in modo particolare agli strumenti della comunicazione sociale si tratta di purificare il linguaggio. Convertirsi è assumere quella postura interiore che permette il costante superamento di tutto ciò che, nei mass media, agisce iniquamente nei confronti della persona umana. Il secondo tratto è una conseguenza del primo, ossia l’esigenza di una solida maturità sapienziale.
È quella condizione psicologico- spirituale propria delle persone dal saldo orientamento di vita. Per gli operatori della comunicazione, la maturità sapienziale diventa un requisito indispensabile nella narrazione delle storie, tenendo bene a mente che i cosiddetti “criteri di notiziabilità”
sono dirimenti nel “fare” la professione, ma anche nell’“essere” del comunicatore. Un terzo e ultimo tratto è dato dalla competenza.
Oggi più che in passato è richiesta al comunicatore un’adeguata competenza e, allo stesso tempo, la capacità di avvalersi di strumenti culturali per vagliare criticamente il senso degli eventi. Competenza non deve essere, però, sinonimo di superbia, perché senza umiltà e carità nessun discernimento è possibile.
Questi tre tratti non sono solo i requisiti e gli atteggiamenti del discernere, ma costituiscono una vera e propria piattaforma valoriale.
L’orizzonte suggerito da Papa Francesco nel messaggio è abbastanza chiaro: «Quando facciamo
memoria dell’amore che ci ha creati e salvati, quando immettiamo amore nelle nostre storie quotidiane, quando tessiamo di misericordia le trame dei nostri giorni, allora voltiamo pagina. Non rimaniamo più annodati ai rimpianti e alle tristezze, legati a una memoria malata che ci imprigiona il cuore ma, aprendoci agli altri, ci apriamo alla visione stessa del Narratore».

Vincenzo Corrado, direttore dell’Uff. Comunicazioni Sociali della CEI