La prima lettura della liturgia di oggi, tratta dal libro del Dueteronomio, invita il popolo che sta per entrare nella terra promessa a non dimenticare l’esperienza vissuta nei quarant’anni di deserto, in cui ha sperimentato la fame, la fatica, il limite, ma anche l’amore provvidenziale di DIO. Paolo, nella seconda lettura, ricorda che la partecipazione allo stesso pane ci rende un solo corpo. Infine, nel Vangelo, Gesà si presenta come il pane vivo, l’unico alimento capace di dare la vita.
Il brano evangelico di oggi riporta l’ultima parte del discorso di Gesù nella sinagoga di Cafarnao incentrato sulla realtà del ”pane di vita”.
In essa si passa dalla necessità di credere a quella di mangiare e bere il pane disceso dal cielo è identificato con la carne e il sangue, cioè con la persona di Gesù che si dona per la vita del mondo. In cosa consiste ”la vita eterna” che la carne e il sangue sono capaci di dare lo si comprende confrontando le parole <<chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna>>, con quelle successive <<chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui>>. Avere la ”vita eterna” significa che noi rimaniamo nel Figlio e lui in noi.
Questo rimanere rispecchia la vita trinitaria in cui il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo vivono per l’altro.
Le parole di Gesù ci invitano a riflettere sul modo in cui la partecipazione all’Eucarestia modella la nostra vita. Mangiare la carne e bere il sangue significa accogliere il dono che Gesù fa della sua vita, riconoscere che quella vita piena e abbondante che ognuno di noi desidera e cerca non si trova come risultato dei nostri sforzi e del nostro impegno, ma possiamo solo accoglierla, perchè ci viene donata. Una volta uscito dalla chiesa questa vita che ho accolto chiede di potersi concretizzare in una esistenza quotidiana vissuta per LUI. Ma come fare questo?Il tema del rimanere con lui riappare nel vangelo di Giovanni, al capitolo 15, attraverso l’immagine della vite e dei tralci. Questa volta il rimanere è legato alla sua Parola e all’osservanza dei suoi comandamenti. Nel versetto 12, Gesù specifica: ”Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni con gli altri come io ho amato voi.
Se dunque, ricevendo l’Eucarestia sono inserito all’interno della dinamica trinitaria in cui Padre e Figlio vivono l’uno per l’altro, il mio quotidiano diventa luogo in cui posso vivere ”per lui” amando l’altro di quello stesso amore di cui faccio esperienza mangiando la carne del Figlio, donata per la vita del mondo.
Preghiera: ”Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, porta molto frutto, perchè senza di me non potete fare nulla: lascio che le parole di Gesù mi accompagnino in questa giornata alimentando in me il desiderio di trovare in Lui la fonte della vita.
Agire: Se mi è possibile, cercherò di partecipare anche durante la settimana alla celebrazione eucaristica cercando poi, durante la giornata, di vivere il comandamento dell’amore.
tratto da
Messa&Meditazione