DA MARIA UN INVITO MATERNO

La vocazione di Maria come Madre: Figlio, <<Ecco tua madre>>(Gv 19,26)
Diventano figli di Maria non solo Giovanni e i discepoli ma anche i crocefissori di Gesù; hanno bisogno del suo intervento materno non solo i credenti, ma tutti i figli di Dio, in ogni tempo e in ogni continente. Maria scelta per dare al mondo il Salvatore continua a intervenire con coloro che cercano salvezza.
Affidando un compito a Maria, Dio vuole da lei una collaborazione a favore di chi è povero e bisognoso. Dio le propone il suo disegno di salvezza, e Maria non si ritira mai dall’impegno materno; poichè Dio si è fidato di Lei, anche Lei si fida di Dio: FIDARSI DI DIO E’ LASCIARSI AMARE DA DIO>>.
A chi crede in me….fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno” dice Gesù; anche da Maria sgorgano ”fiumi” di grazie. Chiamando Maria ”vaso spirituale” e ”tempio dello spirito santo”, si vuole dire che in Lei abita lo Spirito, che ella vive dello Spirito e lo offre a chi a lei si accosta. Maria, in tutta la sua concretezza di donna, di madre, di sposa, si presenta come la spiritualità vissuta in pienezza; la spirituallità in lei non è un sentimento vago, un fatto emotivo legato a momenti e situazioni: è il frutto della continua presenza dello Spirito Santo. 

PRENDI MARIA IN CASA

LA VERA DEVOZIONE

La vera devozione a Maria non si confonde con l’adorazione, che rivolgiamo soltanto a Dio; non ha niente a che vedere con la curiosità, la credulità, il miracolismo, il sentimentalismo e il formalismo delle pratiche esteriori. Consiste piuttosto nel riconoscere la singolare dignità di Maria, nel rivolgerci a lei con fiducia e amore filiale e nell’imitarla nel suo modo di seguire Cristo. ”Onorare e non imitare altro non è che bugiarda adulazione” dice Sant’Agostino.

Maria vuole essere modello, non solo rifugio: non è una madre protettiva e possessiva, che blocca i figli nell’infantilismo; ma una madre che fa crescere verso la maturità, spinge ad affrontare il rischio per operare il bene.
Accogliere Maria in casa propria, nella nostra famiglia, come fece il discepoli che Gesù amava, significa assimilare i suoi atteggiamenti profondi: fede coraggiosa, speranza operosa, libertà e dono di sè; significa onorarla con atti di venerazione e di preghiera; affidarsi a lei significa sentirla sempre vicina; vivere il proprio Battesimo in sua compagnia, con coerenza e radicalità evangelica; lei è sempre unita a Cristo, sempre coinvolta nell’adorazione del Padre.
 

Maria, serva del Signore, vuole servire anche in cielo. Il suo cantico si rinnova ogni momento:”L’anima mia Magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore” Il suo invito è sempre lo stesso: ”Fate quello che Gesù vi dirà”(Gv. 2,5). 

CORPUS DOMINI – ”COLUI CHE MANGIA ME VIVRA’ PER ME”

Catechesi del Parroco

La prima lettura della liturgia di oggi, tratta dal libro del Dueteronomio, invita il popolo che sta per entrare nella terra promessa a non dimenticare l’esperienza vissuta nei quarant’anni di deserto, in cui ha sperimentato la fame, la fatica, il limite, ma anche l’amore provvidenziale di DIO. Paolo, nella seconda lettura, ricorda che la partecipazione allo stesso pane ci rende un solo corpo. Infine, nel Vangelo, Gesà si presenta come il pane vivo, l’unico alimento capace di dare la vita.
Il brano evangelico di oggi riporta l’ultima parte del discorso di Gesù nella sinagoga di Cafarnao incentrato sulla realtà del ”pane di vita”.

In essa si passa dalla necessità di credere a quella di mangiare e bere  il pane disceso dal cielo è identificato con la carne e il sangue, cioè con la persona di Gesù che si dona per la vita del mondo. In cosa consiste ”la  vita eterna” che la carne e il sangue sono capaci di dare lo si comprende confrontando le parole <<chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna>>, con quelle successive <<chi mangia la  mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui>>. Avere la ”vita eterna” significa che noi rimaniamo nel Figlio e lui in noi.

Questo rimanere rispecchia la vita trinitaria in cui il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo vivono per l’altro.

Le parole di Gesù ci invitano a riflettere sul modo in cui la partecipazione all’Eucarestia modella la nostra vita. Mangiare la carne e bere il sangue significa accogliere il dono che Gesù fa della sua vita, riconoscere che quella vita piena e abbondante che ognuno di noi desidera e cerca non si trova come risultato dei nostri sforzi e del nostro impegno, ma possiamo solo accoglierla, perchè ci viene donata. Una volta uscito dalla chiesa questa vita che ho accolto chiede di potersi concretizzare in una esistenza quotidiana vissuta per LUI. Ma come fare questo?Il tema del rimanere con lui riappare nel vangelo di Giovanni, al capitolo 15, attraverso l’immagine della vite e dei tralci. Questa volta il rimanere è legato alla sua Parola e all’osservanza dei suoi comandamenti. Nel versetto 12, Gesù specifica: ”Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni con gli altri come io ho amato voi.

Se dunque, ricevendo l’Eucarestia sono inserito all’interno della dinamica trinitaria in cui Padre e Figlio vivono l’uno per l’altro, il mio quotidiano diventa luogo in cui posso vivere ”per lui” amando l’altro di quello stesso amore di cui faccio esperienza mangiando la carne del Figlio, donata per la vita del mondo.

Preghiera: ”Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, porta molto frutto, perchè senza di me non potete fare nulla: lascio che le parole di Gesù mi accompagnino in questa giornata alimentando in me il desiderio di trovare in Lui la fonte della vita.

Agire: Se mi è possibile, cercherò di partecipare anche durante la settimana alla celebrazione eucaristica cercando poi, durante la giornata, di vivere il comandamento dell’amore.
 
 

tratto da
Messa&Meditazione

CON MARIA NEL CENACOLO IN ATTESA DELLO SPIRITO SANTO

A Pentecoste lo Spirito ricolma la Vergine, e i presenti nel cenacolo, della pienezza dei suoi doni in vista della diffusione del Vangelo: forza e dinamismo apostolico.

Maria è pronta ad accogliere lo Spirito Santo. Ora è più consapevole di quanto lo era nel momento del primo annuncio a Nazareth: iniziava, in lei, la vita terrena di Gesù, qui inizia, con lei, la vita terrena della Chiesa.

La Chiesa è Cristo che  dura nel tempo; la continuità è garantita dallo Spirito Santo; segno indicativo ne è la presenza di Maria, Madre di Gesù e Madre della Chiesa.

Nella Chiesa nascente, Maria consegna ai discepoli i suoi ricordi sulla Incarnazione, sull’infanzia, sulla vita nascosta e sulla missione del Figlio, rafforzando così la fede dei credenti.

Agli inizi della Chiesa Maria interviene sui discepoli in modo discreto e silenzioso, ma il suo influsso è profondo ed efficace.

La potenza dello Spirito che viene dal cielo corrobora la Chiesa che va ad annunziare nel mondo le grandi opere di Dio; è la Chiesa Madre che genera nuovi figli a Dio.
Maria, la Madre, si ritrova nella Chiesa madre: ”Con la sua nuova maternità nello Spirito, Maria abbraccia tutti e ciascuno nella Chiesa, abbraccia anche tutti e ciascuno mediante la Chiesa” (Redemptoris Mater 47). Maria non è solo un modello da imitare, ma coopera personalmente a rigenerare i figli di Dio.