Nove giorni con Maria Ss delle Grazie

Nove giorni di intensa preghiera e meditazione con p. Renato Monti, passionista e tanti altri sacerdoti.
Tutte le mattine alla messa delle 06.00, p. Renato ha approfondito, nelle omelie, virtù e aspetti della Madre del Signore che spesso diamo per scontato ma per noi, suoi imitatori, sono preziosi e sempre nuovi.
Ecco gli approfondimenti: La piena di Grazia – La Grazia di Maria e le grazie – La fede e il buio della fede di Maria – l’obbedienza di Maria alla Parola del Figlio – la Maternità divina di Maria (madre dell’io diventato divino)- Il saper STARE di Maria sotto la croce del Figlio e dalla Croce è diventata Madre degli assassini del Figlio.
Don Alessandro Ferraro ha parlato di Maria, donna Eucaristica; don Antonio Borgo di Maria, guida del popolo di Dio ecc. Ogni sacerdote ha dato il suo contributo mentre il nostro Vescovo Spinillo ha concluso, il 2 Luglio giorno della festa, con un approfondimento sulla Visitazione di Maria alla cugina Elisabetta. Centinaia le richieste di Grazie con candele, preghiere e suppliche alla Madonna certi di essere esauditi.

Ma, il Signore Dio, ha chiamato a se, per intercessione di Maria delle Grazie ben 8 persone con un Atto di Consacrazione a Lei svoltosi il 23 Giugno: Pollio Giuseppe, Rosa Liguori, Maria Castiglione. Altri hanno espresso di vivere nel Cuore Immacolato di Maria secondo la promessa Montfortiana per essere schiavi d’amore nelle mani di Maria a Gesù: Antonella Celestino, Marzena Pietrzak, Annalisa Niola, Filomena Palma, Maria Castiglione. Tutti, per intercessione della Madre del Signore e dello Spirito Santo Suo Sposo, saranno presi per mano e condotti al Suo diletto Figlio Gesù Cristo.
Grazie Maria!!!

”La Forza dirompente della Pietà Popolare”

Nell’ Instrumentum laboris troviamo diversi riferimenti alla religiosità popolare. Mi  ricollego soprattutto al numero 13 del documento dove si legge che in alcune regioni o nazioni «si conservano tuttora molto vive tradizioni di pietà e di religiosità cristiana; ma questo patrimonio morale e spirituale rischia oggi di essere disperso sotto l’impatto di molteplici processi, tra i quali emergono la secolarizzazione e la diffusione delle sette. Solo una nuova evangelizzazione può assicurare la crescita di una fede limpida e profonda, capace di fare di queste tradizioni una forza di autentica libertà…». Anche il numero 83 del documento sottolinea che «la Chiesa ha bisogno di non perdere il volto di Chiesa “domestica, popolare”»

In questo contesto vale la pena ricordare ciò che, su questo argomento, scrive il Papa Paolo VI nell’Evangelii Nuntiandi. Il Papa presenta la religiosità popolare come una via di evangelizzazione e dice espressamente «qui tocchiamo un aspetto dell’evangelizzazione che non può lasciare insensibili» (n. 48). Secondo Paolo VI «la religiosità popolare, si può dire, ha certamente i suoi limiti […] Resta spesso a livello di manifestazioni cultuali senza impegnare un’autentica adesione di fede […] Ma se è ben orientata, – afferma il Papa – soprattutto mediante una pedagogia di evangelizzazione, è ricca di valori. Essa manifesta una sete di Dio che solo i semplici e i poveri possono conoscere; rende capaci di generosità e di sacrificio fino all’eroismo, quando si tratta di manifestare la fede; comporta un senso acuto degli attributi profondi di Dio: la paternità, la provvidenza, la presenza amorosa e costante; genera atteggiamenti interiori raramente osservati altrove al medesimo grado: pazienza, senso della croce nella vita quotidiana, distacco, apertura agli altri, devozione» (n. 48).

Il beato Giovanni Paolo II nel suo Magistero ha dedicato particolare attenzione al fenomeno della religiosità popolare. Secondo il beato pontefice, la religiosità popolare non è altro che «una fede radicata profondamente in una cultura precisa, immersa sin nelle fibre del cuore e nelle idee, e soprattutto condivisa largamente da un popolo intero, che è allora popolo di Dio».
1 Il Santo Padre fa risalire la dimensione “popolare” del cristianesimo al Cenacolo di Pentecoste, quando la Chiesa uscì in modo dirompente dalla cerchia del piccolo gruppo dei primi discepoli. Il carattere “popolare” del cristianesimo è, a suo avviso, essenziale perché esprime la cattolicità della Chiesa. La dimensione popolare, presente sin dalle origini della Chiesa – come testimoniano gli Atti degli Apostoli – costituisce un dono e un appello a cui devono prestare attenzione soprattutto i Pastori che hanno il compito della guida e del discernimento. Nel discorso citato, Giovanni Paolo II ribadisce con forza che «la Chiesa cattolica non può essere ridotta a un cenacolo, a un’élite spirituale o apostolica».
2 Per questa ragione nella pastorale bisogna «evitare i falsi dilemmi: o l’élite o la massa – la qualità dei cristiani o la quantità – una Chiesa orientata verso l’interno o verso l’esterno».
3 La storia del cristianesimo ci insegna – diceva il Papa – che le scelte esclusive conducono sempre a una mutilazione della Chiesa. Il beato Giovanni Paolo II ci indica, dunque, una importante regola pastorale che ci mette in guardia di fronte alla tentazione di scelte esclusiviste e unilaterali, cioè quelle aut aut invece di quelle et et .

Pontificio Consiglio Laici

2 Luglio – Madonna delle Grazie, donateci Grazie

” O Maria,
tu che sei andata incontro a Zaccaria e Elisabetta, non smettere mai di venire incontro a noi.

Tu che hai creduto all’adempimento delle Parole del Signore,
rafforza la nostra fede,
togli ogni inciampo durante il nostro cammino e insegnaci a camminare sempre con te.

Tu che sei la Madre del mio Signore,
donami la volontà di restare nel progetto di Dio, anche quando mi costa fatica.

Imprimi nel mio cuore la tua sollecitudine
perché anch’io sappia andare in fretta
in aiuto di chi è solo ed ha bisogno
di condividere le gioie e i dolori. Amen!”