Ciao Tommaso!

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 LA COMUNITA’ PARROCCHIALE MARIA SS. delle GRAZIE  ESPRIME SINCERO AFFETTO E TRISTEZZA PER LA MORTE  DELL’AMABILE SERVO DI CRISTO DON TOMMASO CUCINIELLO.

GIUNGA ALLA FAMIGLIA E ALL’INTERA COMUNITA’  DI SANT’ANNA LA NOSTRA VICINANZA E IL NOSTRO SOSTEGNO.

CIAO TOMMASO!

CATECHESI – ” IL DONO SETTIFORME ” 1a parte

Catechesi del Parroco

IL DONO SETTIFORME

La preghiera epicletica chiede per i confermandi il dono settiforme, la ricchezza dei doni dello Spirito secondo l’elenco riportato nel libro del profeta Isaia (11,2). L’orazione dice:
” Dio onnipotente,
Padre del Signore nostro Gesù Cristo,
che hai generato questi tuoi figli
dall’acqua e dallo Spirito Santo
liberandoli dal peccato,
infondi in loro il tuo santo Spirito Paraclito:
spirito di sapienza e di intelletto,
spirito di consiglio e di fortezza,
spirito di scienza e di pietà,
e riempili dello spirito del tuo santo timore.
Per Cristo nostro Signore”

Come a Cristo, così al cristiano confermato. “Lo Spirito conferisce al Messia le virtù eminenti dei suoi grandi antenati: la saggezza e l’intelligenza di Salomone, la prudenza e il vigore di Davide, la conoscenza e il timor di Dio dei patriarchi e dei profeti, Mosè, Giacobbe e Abramo” (Bibbia di Gerusalemme, nota a Is 11,3).
Le stesse virtù sono donate al confermato plasmato dalla potenza dello Spirito santo nella radicalità del suo essere per divenire creatura spirituale, capace di instaurare rapporti di carità con Dio e con il prossimo.
I sette doni, infatti, investono tutte le facoltà della persona perchè la grazia battesimale che costituisce l’uomo figlio di Dio, fratello di Gesù Cristo, tempio dello Spirito santo e membro della Chiesa, riceva un rinnovato vigore per divenire sempre più icona dell’icona del Padre nello Spirito.

Il dono settiforme, dunque, è effuso per conformare il credente a Cristo, l’unto del Padre, inviato ”a portare il lieto annunzio ai miseri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri, a promulgare l’anno di misericordia del Signore, un giorno di vendetta per il nostro Dio, per consolare tutti gli afflitti…”(Is 61,2).
I doni che lo Spirito porta sono come la rugiada che irrora la terra arida perchè produca frutti:” Il Signore promise di mandare il Paraclito che ci rendesse ben disposti a Dio. Come infatti dalla farina asciutta non si può impastare una sola massa senza l’acqua, nè un solo pane, così neppure noi,  essendo molti, potevamo formare una cosa sola in Cristo Gesù senza l’acqua che è dal cielo. E come la terra arida non può produrre frutti se non riceve acqua, così anche noi, che eravamo prima legno secco, non avremmo mai dato frutti di vita senza la pioggia celeste mandata liberamente. Perciò noi abbiamo bisogno della rugiada di Dio, perchè non dobbiamo bruciare, nè rimaniamo senza frutti”.(sant’Ireneo, Adversus haereses III, 17, 1-3). Lo Spirito con i suoi sette doni è la rugiada per l’umanità assetata, resa feconda dall’acqua viva ( cfr. Gv 7 ,38). I Padri hanno inteso i sette doni come scala per giungere a Dio, tappe che il cristiano deve percorrere per portare a compimento il processo di configurazione a Cristo, modello di vita per ogni credente.
Sant’Agostino, parlando dei doni dello Spirito, diceva:” Queste sette operazioni ci affidano lo Spirito santo che, per discendere verso noi, comincia con la Sapienza e finisce con il Timore. Per noi che saliamo, cominciamo dal timore e finiamo con la sapienza, perchè l’inizio della Sapienza è il Timore di Dio”. (Sermones 148,5) Sant’Anselmo, poi, legge i sette doni alla luce della vita attiva e contemplativa: “I primi cinque doni dello Spirito santo si riferiscono alla vita attiva; i due ultimi, cioè l’intelletto e la sapienza, appartengono alla vita contemplativa”. (De similitudinibus 132).
Per attivare i sette doni è necessario che il credente accolga con umile disponibilità lo Spirito santo, riconoscendo in lui l’operatore mirabile della crescita nella vita spirituale. Lo Spirito Santo, infatti, ne è il protagonista perchè il cuore del cristiano è la sua abitazione. La sua azione consiste anzitutto nel lasciar trasparire il volto di Cristo nei credenti, rischiarando le opacità della vita. La Chiesa nei credenti, rischiarando le opacità della vita. La Chiesa chiede questa luce nella sequenza di Pentecoste:

” Lava ciò che è torbido,
irriga ciò che è arido,
risana ciò che è ferito.
Piega ciò che è rigido,
scalda ciò che è gelido,
governa ciò che è sviato”.

LE TRE ARMI PIU’ POTENTI

Pillole di Saggezza

Il buon DIO, dopo aver creato il mondo, osservava con soddisfazione la ua opera e la gioia delle sue creature. Vide però un esserino che se ne stava in disparte tutto triste e silenzioso: era un tenero agnello. Incuriosito DIO gli domandò: << Ma che cosa ti manca? >>. << Ah! – rispose quello sospirando. – Mi vedo così debole e indifeso, esposto alle aggressioni di tutti gli altri animali. A me non hai dato alcun’arma per proteggermi: corna acuminate o artigli taglienti, un grugno robusto o denti velenosi. Altri possono metttersi al sicuro nell’aria, correre veloci oppure nascondersi nel terreno. Soltanto io resto alla mercè dei miei nemici >>.

DIO toccato da quel lamento, disse: << Va bene, lascio a te la scelta. Dimmi: vuoi degli artigli, oppure denti acuminati con cui poter dilaniare chiunque ti si avvicina? >>. << O no, mio Signore e Padre! – rispose l’agnello. – Non desidero alcuno di queste pericolose armi. Io amo la pace. Concedimi piuttosto quei mezzi che mi fanno dimenticare le ingiustizie che subisco, che mi aiutano a sopportare meglio il mio dolore >>.
 

DIO rispose: << Bene! Ti faccio dono delle tre armi più efficaci che ti impediranno di soccombere nelle prove e nelle sventure. Sono queste: la mitezza, la generosità, la pazienza >>.
 

 

Il Catechista

Catechesi del Parroco

IL CATECHISTA

Ecco alcune caratteristiche importanti di ogni catechista: Sia che abbia tanti anni di esperienza sulle spalle, sia che inizi il suo mandato, ogni catechista è CHIAMATO a essere un animatore, un iniziatore, un testimone.

IL CATECHISTA E’ UN ANIMATORE: Essere catechista, vuol dire mettersi all’ascolto e al servizio dei ragazzi, delle loro attese e dei loro bisogni. Il catechista ascolta con cuore aperto, senza prevenzioni. Accoglie ogni ragazzino nella sua situazione familiare, sociale e culturale. “Ma accogliere è rendersi conto, non significa rimanere impassibili, fermi, lavarsene le mani, ma lasciarsi coinvolgere ed entrare in un dialogo vivo con ogni ragazzo.

IL CATECHISTA E’ UN ORGANIZZATORE: e’ attorno alla persona del catechista che il gruppo cresce e si sviluppa i ragazzi, quando sono accolti e amati, si sentono liberamente coinvolti e desiderosi di seguire chi si prende cura di loro.
“Ma organizzare non vuol dire dirigere e inquadrare, ma definire con i ragazzi il programma e le regole del gruppo“.

IL CATECHISTA E’ UN INIZIATORE: Ogni catechista aiuta i ragazzi a scegliere e a orientarsi. Iniziare un anno catechistico vuol dire indicare ai ragazzi una certa strada. Il catechista introduce gradualmente i propri ragazzi nel mistero della rivelazione cristiana. “Ma indicare un cammino non vuol dire indurre, costringere, offrire a loro un modello preconfezionato di cristiano”.

IL CATECHISTA E’ UNA GUIDA: un compagno di strada, un fratello/una sorella più grandi che fanno scoprire al fratello più piccolo le cose belle della vita, che ha ricevuto e che continua a ricevere.
“Ma anche in questo caso, nessuna costrizione, nessuna richiesta di obbedienza, ma una libera offerta di ciò che può aiutare i ragazzi a crescere”.

IL CATECHISTA E’ “MEMORIA”: Fare catechismo significa passare agli altri ciò che uno ha ricevuto. Il catechista trasmette ciò che da 2000 anni i cristiani credono, vivono e testimoniano. “Ma trasmettere non è fare scuola” e interrogare. Trasmettere non si riferisce all’intelligenza, ma riguarda prima di tutto la vita e il cuore. E’ “fare memoria”, non ” fare scuola“.

IL CATECHISTA E’ UN ACCOMPAGNATORE: Accompagnare vuol dire andare da qualcuno insieme. Il ccatechista ha una meta condivisa con i propri ragazzi. Accompagnare vuol dire mettersi in cammino, non essere arrivati. Il catechista rimane un “Ricercatore” di DIO e mentre accompagna i ragazzi, è lui che si arricchisce per primo di ciò che scopre insieme a loro.

– LA COMPETENZA DEL CATECHISTA: Non si può dare ciò che non si ha. E’ necessario tenere sempre presente la prima legge della comunicazione: “SI COMUNICA CON QUELLO CHE SI E’, NON CON QUELLO CHE SI DICE (sarebbe troppo comodo). I bambini ci ascoltano con gli occhi.

IL GRUPPO CATECHISTI: ” SE OGNUNO DI NOI DUE HA UN UOVO E CE LO SCAMBIAMO, ABBIAMO SEMPRE UN UOVO A TESTA. SE OGNUNO DI NOI DUE HA UN’IDEA E CE LA SCAMBIAMO, ABBIAMO DUE IDEE A TESTA”. Il gruppo è uno degli elementi più importanti per la buona riuscita di un’annata di catechismo. I catechisti di una stessa parrocchia devono organizzarsi per aiutarsi.

Tratto dalla rivista
“Dossier Catechista”