C’era una volta…..

Pillole di Saggezza

 C’era una volta l’Amore…
L’Amore abitava in una casa pavimentata di stelle e adornata di sole.
Un giorno l’Amore pensó ad una casa piú bella.
Che strana idea quella dell’Amore!
E fece la terra, e sulla terra, ecco fece la carne
e nella carne ispiró la vita
e nella vita impresse l’immagine della somiglianza.
E la chiamó: uomo!
E dentro l’uomo, nel suo cuore,
l’Amore costruí la sua casa: piccola, ma palpitante,
inquieta, insoddisfatta come l’Amore.
E l’Amore  andó ad abitare nel cuore dell’uomo
e ci entró tutto lá dentro perché il cuore dell’uomo é fatto d’infinito. 

Ma un giorno… l’uomo ebbe invidia dell’Amore:
voleva impossessarsi della casa dell’Amore, la voleva tutta per sé,
voleva per sé la felicità dell’Amore,
come se l’Amore potesse vivere da solo.
E l’Amore fu scacciato dal cuore dell’uomo.
L’uomo allora cominciò a riempire il suo cuore,
lo riempì di tutti i tesori della terra, ma era ancora vuoto.
L’uomo, triste, si procurò il cibo col sudore della sua fronte,
ma era sempre affamato e restava con il cuore terribilmente vuoto.

Un giorno l’uomo…
decise di condividere il suo cuore con le creature della terra.
L’Amore venne a saperlo…
Si rivestì di carne e venne anche Lui a ricevere il cuore dell’uomo.
Ma l’uomo riconobbe l’Amore e lo inchiodò sulla croce.
E continuò a sudare per procurarsi il cibo.
L’Amore allora ebbe un’idea: si rivestì di cibo,
si travestì di pane e attese silenzioso. 

Quando l’uomo affamato lo mangiò,
l’Amore ritornò nella sua casa, nel cuore dell’uomo.
E il cuore dell’uomo fu riempito di vita,
perché la vita è AMORE.

 

CHI SONO IO PER TE?

Riflessioni&Meditazioni

Prendere per vivere

La liturgia della Parola oggi ci propone la domanda chiave di Gesù ai suoi discepoli: ” Voi, chi dite che io sia?”. Insieme ad essa, l’annuncio della sua Morte e Risurrezione. A questo però aggiunge una proposta a chi lo riconosce come Signore per dare senso pieno alla sua fede: prendere la propria croce e seguirlo, perdendo la sua vita per Lui. Il profeta Zaccaria ci aiuta ad assumere le giuste disposizioni interiori per aderire alla richiesta di Gesù.

Possiamo oggi metterci in ginocchio davanti al Crocefisso e aspettare silenziosi. Molte volte, attraverso la sua Parola, atrraverso le persone e gli eventi della nostra vita, Egli ci ha chiesto: ” CHI SONO IO PER TE? ”e, contemporaneamente, nella medesima Parola e negli stessi avvenimenti si è svelato a noi, si è fatto conoscere. Ma per accogliere questo reciproco svelarsi e conoscersi, perchè dia frutti di vita, abbiamo bisogno che Dio stesso ci converta, così come è successo alla casa di Davide e agli abitanti di Gerusalemme. Dobbiamo chiedere al Signore di riversare su di noi uno ”spirito di grazia e consolazione”, affinchè guardiamo a ”Colui che hanno trafitto” con occhi nuovi, occhi che sanno piangere davanti all’amato, piangere per gratitudine, per pentimento, per mettere tra le sue bracia il nostro dolore, per ripartire da zero, per cambiare. Il nostro sguardo, il nostro corpo, la nostra voce, i nostri sentimenti e pensieri potranno far proprie le parole del salmo e dare così una risposta alla domanda ”Voi chi dite che io sia?”: Tu sei il mio Dio, ti cerco all’aurora, ho sete di Te come terra arida, mi stringo a te che sei il mio aiuto e ti benedico. Questa consapevolezza, lentamente, penetrerà nell’anima come una goccia che non teme di scavare la roccia con la sua perseveranza e pazienza, con la sua fragilità.
Più il volto di Cristo si sarà impresso nel nostro pensare, agire e amare, tanto più capiremo il suo invito a ”perdere” la nostra vita, e desidereremo che sia Lui la nostra vita. Non si riesce a rinnegare se stessi se non per qualcosa di più grande, qualcosa e Qualcuno che riempia, sazi, trasfiguri. Qualcuno da cui ci si senta conosciuti, amati, cercati. Non possiamo pretendere che cambi chi non sa cosa significhi sentirsi amato. La nostra vita allora è spesa bene tutte le volte che la ”perdiamo” affinchè qualcuno conosca e sperimenti sulla sua pelle l’amore di Dio, attraverso il nostro amore.

Preghiera: Consola, o Signore, il cuore degli uomini. Dona a tutti di conoscerti, di lasciarsi amare e trasfigurare da te. E, nella tua bontà, fà di me uno strumento della tua misericordia.

Agire: Rifletterò su cosa ancora devo ”perdere”, cosa devo ”lasciare andare” per salvare la mia vita: presunzione, autosufficienza, tristezza, paure, egocentrismo…

Corpus Domini – ” Prendere per Dare ”’

Riflessioni&Meditazioni

In questa solennità la liturgia ci propone l’episodio della moltiplicazione dei pani che ha trovato nell’evangelista Luca una lettura che richiama all’Eucarestia. Troviamo in esso, infatti, le azioni del prendere, del benedire, dello spezzare e del dare: tutti gesti che ci riportano all’Ultima Cena e che sarà possibile ritrovare anche nel celebre racconto dei discepoli di Emmaus.

Gesù è in mezzo alla folla, insegna e guarisce: due ”azioni” proprie della compassione, del riconoscere cioè nell’altro una debolezza che va incontrata, accolta, curata; compassione che è ben diversa dal semplice ”sentire pena” perchè quando è vera, essa si trasforma in agire, in un impegno pratico e non si limita ad un vago sentimento di pietà. Gesù, infatti, continua a preoccuparsi della gente anche quando i suoi stessi discepoli lo invitano a congedarla così che da sè trovi altrove da mangiare e da dormire. Essi, come avremmo fatto anche noi, pensano che le persone siano troppe, che sia impossibile nutrirle, non si sentono all’altezza della situazione. Ma Gesù dà loro fiducia, gli dice che possono dare loro stessi da mangiare. Devono andare a vedere quello che hanno, quello che possono mettere a disposizione. Il resto lo farà Lui. E’ in fondo, quanto dobbiamo fare noi: avere più fiducia in noi stessi, considerare le nostre capacità e possibilità, non spaventarci dei nostri pochi mezzi, interiori ed esteriori, e non delegare. Se Cristo ci ha messo il suo Corpo tra le mani, se ci ha chiamati a sè e non vuole lasciarci andare, se ci ha affidato delle persone di cui prenderci cura, se si fida di noi, perchè a volte scappiamo, ci deresponsabilizziamo? Cosa ci impedisce di andare a scrutare in noi stessi per capire cosa possiamo dare a Dio e al prossimo? Cosa ci blocca? Il non sentirci in grado, il non essere abbastanza preparati, la paura di sbagliare…? I motivi possono essere tanti, ma devo chiedermi se sono motivi validi, e se posso migliorare con un pò di im,pegno. Gesù non ha sostituito i dodici in quello che potevano fare, li ha invece sostenuti e ”impiegati” per la distribuzione di quell’abbondanza che può venire solo dalle sue mani. Nessuno è rimasto a digiuno: questo è l’obiettivo di Cristo, sfamare tutti. Se allora questi ”tutti” ci staranno a cuore, se la loro ”fame” entrerà come una sana preoccupazione in noi, se ci daremo pensiero per loro allora non ci sarà blocco o paura che potranno impedirci di considerare cosa noi possiamo mettere a disposizione.

Preghiera: Io sono in cammino, Signore, con tutto il tuo popolo. Tu mi doni Te stesso perchè io possa farmi ”tutto a tutti”, possa offrire quello che sono e quello che ho. Fà che nulla mi fermi nel donare; soprattutto la poca fiducia in me stesso.

Agire: Nella mia preghiera durante la santa Messa metterò nelle mani di Dio quello che sono e posso fare, perchè Lui mi ”impieghi” come meglio crede.

Tratto da Messa&Meditazione