TRANSITO – il luogo dell’abbraccio con Sorella morte

Si tratta di un semplice vano in pietra in cui era situata l’infermeria del primitivo convento.
San Francesco trascorre qui gli ultimi giorni della sua vita e deposto nudo sulla nuda terra, vi muore la sera del 3 ottobre 1226, dopo aver aggiunto gli ultimi versi al suo Cantico delle creature:

“Laudato sii mi’ Signore, per sora nostra morte corporale da la quale nullo homo vivente po skappare: guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali; beati quelli ke trovarà ne le tue sanctissime voluntate, ka la morte secunda nol farrà male”.

Ogni anno, il 3 ottobre, verso il tramonto, si celebra qui solennemente la Commemorazione Nazionale del Transito del Santo, Patrono d’Italia.

Il giorno 3 di ogni mese, al termine della celebrazione dei Vespri i Frati della Porziuncola si recano processionalmente alla Cappella del Transito per commemorare la nascita al Cielo del Poverello d’Assisi. (www.porziuncola.org)

Il Tau

Il Tau

“Nutriva grande venerazione e affetto per il segno del Tau. Lo raccomandava spesso nel parlare e lo scriveva di propria mano sotto le lettere che inviava” (FF 1079)

Il TAU è l’ultima lettera dell’alfabeto ebraico. Esso venne adoperato con valore simbolico sin dall’Antico Testamento, per indicare la salvezza e l’amore di Dio per gli uomini. Se ne parla nel Libro del Profeta Ezechiele, quando Dio manda il suo angelo ad imprimere sulla fronte dei servi di Dio questo seguo di salvezza: “Il Signore disse: passa in mezzo alla città, in mezzo a Gerusalemme e segna un TAU sulla fronte degli uomini che sospirano e piangono”.
Il TAU è perciò segno di redenzione. E’ segno esteriore di quella novità di vita cristiana, interiormente segnata dal sigillo dello Spirito Santo, dato a noi in dono il giorno del Battesimo.
Il TAU fu adottato prestissimo dai cristiani.Tale segno lo troviamo già nelle Catacombe di Roma, perché la sua forma ricordava ad essi la Croce, sulla quale Cristo s’immolò per la salvezza del Mondo. S. Francesco d’Assisi, proprio per la somiglianza che il Tau ha con la Croce, ebbe carissimo questo segno, tanto che esso occupò un posto rilevante nella sua vita e nei suoi gesti. In lui il vecchio segno profetico si attualizza, si ricolora, riacquista la sua forza di salvezza, perché San Francesco si sente “un salvato dall’amore e dalla misericordia di Dio”. Era una amore che scaturiva da una appassionata venerazione per la croce, per l’umiltà di Cristo e per la missione del Cristo che attraverso la croce ha dato a tutti gli uomini il segno e l’espressione più grande del suo amore.
Il TAU era inoltre per il Santo il segno concreto della sua salvezza e la vittoria di Cristo sul male.
Il TAU ha alle sue spalle una solida tradizione biblico cristiana. Fu accolto da San Francesco nel suo valore spirituale e il Santo se ne impossessò in maniera così intensa e totale sino a diventare a lui stesso, attraverso le Stimmate della carne, quel TAU vivente che egli aveva così spesso contemplato, disegnato ma soprattutto amato.
Il TAU, segno concreto di una devozione cristiana, è soprattutto impegno di vita nella sequela di Cristo.
Il TAU perciò deve ricordarci una grande verità cristiana: la nostra vita, salvata e redenta dall’amore di Cristo crocefisso, deve diventare, ogni giorno di più, vita nuova, vita donata per amore. Portando questo segno viviamone la spiritualità, rendiamo ragione della “speranza che é in noi”, riconosciamoci seguaci di San Francesco.