I sette doni sono effusi per la crescita del Regno e in vista dell’utilità di ogni membro della Chiesa impegnato nell’evangelizzazione, nella liturgia e nella carità.

Giovanni Paolo II, nella catechesi del 9 marzo 1994, a proposito disse:” Non possiamo non ammirare la grande ricchezza di doni, concessi dallo Spirito Santo ai laici come membri della Chiesa, anche nei nostri tempi. Ciascuno di loro ha la capacità necessaria per assumere le funzioni a cui è chiamato per il bene del popolo cristiano e la salvezza del mondo, se è aperto, docile e fedele all’azione dello Spirito Santo”.
Convinti di tanta ricchezza spirituale, tentiamo una breve presentazione dei sette doni dello Spirito Santo ai fini di un’adeguata catechesi biblica.

LA SAPIENZA

IL DONO DELLA SAPIENZA è IL TRAGUARDO DELLA VITA CRISTIANA, è LA CONCLUSIONE DEL PROCESSO DI DIVINIZZAZIONE INIZIATO CON IL BATTESIMO.

Il credente sperimenta la piena comunione dello Spirito santo: …illuminando coloro che si sono purificati da ogni macchia, egli li rende ” spirituali” mediante la comunione con Lui” (San Basilio, De Spiritu sancto 9,23).
 

La Sapienza si fa stupore quando rivela la carità divina, sorgente inesauribile d’amore. Per San Tommaso ”… il dono della Sapienza si esperimenta attraverso una conoscenza eminente che dà certezza piena, per mezzo di una intima unione alle cose divine. La sapienza ha il suo principio nell’amore, ma la sua essenza nella conoscenza, per cui l’atto suo proprio è la contemplazione delle cose amate e il giudizio, dal punto di vista di queste, di tutte le altre”. (Sententia III, 35,2,1).

Nella scrittura la Sapienza è una peculiarità dell’essere e dell’agire di Dio. Infatti Dio stesso è ” sapiente”, ”la via che porta a essa(Gb 28,23,12.20), e la dona con suprema libertà all’uomo (Es 28,3; Dt 34,9), la insegna agli umili di cuore (Sal 50,8).
Il dono della Sapienza offre al credente il gusto di amare la rivelazione divina e di penetrare a fondo il mistero di Cristo. Dalla sapienza scaturiscono tre attività per la crescita spirituale:
– la contemplazione come stupore, ammirazione, lode,canto, rendimento di grazie per le meraviglie operate dal Signore;
– il silenzio e la parola come ricerca dell’interiorità e disponibilità all’azione dello Spirito santo;
-la carità come testimonianza dell’amore di Dio, ”che come un fiume di acqua viva fluisce libero e zampillante dalla sorgente dello Spirito santo”.

L’INTELLETTO

L’Intelletto è il dono che lo Spirito effonde per condurre alla verità tutta intera; esso dispone l’intelligenza a una maggiore conoscenza del mistero di Dio. Il dono dell’intelletto favorisce la crescita della virtù teologale della fede che permette di ” vedere ”, di fare cioè esperienza viva di Dio, della sua gloria, e ”conoscere” nello Spirito: ” Noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio” (Gv 6, 69).
 San Tommaso afferma: ” il dono dell’intelletto comporta una certa percezione della verità” (Summa theologica II-II,8,5), ”anche in questa vita, per chi ha la vita purificata dell’intelletto, Dio si può in certa misura vedere”(ivi, I-II,69,2). 

Con il dono dell’Intelletto il credente è messo in condizione di ”leggere dentro”, quindi capire a fondo e accogliere con disponibilità la parola di Dio e il suo progetto. Per questo il dono dell’Intelletto ci fa ‘vedere’ quanto la Parola annuncia sino ad accendere di ardore il nostro cuore: ”..non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?” (Lc 24,32).