1a Domenica di Avvento

Il simbolismo della Corona

La corona di Avvento è un inno alla natura che riprende la vita, quando tutto, sembrerebbe finire, un inno alla luce che vince le tenebre, un inno a Cristo, vera luce, che viene a vincere le tenebre del male e della morte. La corona di Avvento ha una forma circolare. Il cerchio è, fin dall’antichità, un segno di eternità e unità; qui indica il sole e il suo ciclo annuale, il suo continuo riprodursi, senza mai esaurirsi; esprime bene il riproporsi del mistero di Cristo. Come l’anello, che è tutto un continuo, la corona è anche segno di fedeltà, la fedeltà di Dio alle promesse. Dato questo suo significato la corona di Avvento deve mantenere la sua forma circolare e non divenire una qualsiasi composizione floreale con quattro candele. La corona è inoltre segno di regalità e vittoria. Nell’antica Roma si intrecciavano corone di alloro da porsi sul capo dei vincitori dei giochi o di una guerra. Anche oggi al conseguimento della laurea viene consegnata una corona di alloro. La corona di Avvento annuncia che il Bambino che si attende è il re che vince le tenebre con la sua luce. I rami sempre verdi dell’abete o del pino che ornano la corona sono i segni della speranza e della vita che non finisce, eterna appunto. Per questo la vera corona non dovrebbe essere di terracotta, ceramica, pasta e sale… Questi rami richiamano anche l’entrata di Gesù in Gerusalemme, accolto con rami e salutato come re e messia. Ancora oggi la liturgia ambrosiana pone nell’Avvento, il racconto dell’ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme. Per ornare la corona si usano nastri rossi o violetti: rosso o rosa, simbolo dell’amore di Gesù che diventa uomo; violetto, segno della penitenza e della conversione per prepararsi alla sua venuta.

La Corona è composta da 4 candele, una per ogni domenica. Ogni candela ha il suo significato:

la prima candela è di colore viola si chiama Candela del Profeta nonchè Candela della Speranza. Ci rammenta che molti secoli prima della nascita del bambino Gesù, uomini saggi chiamati profeti predissero la sua venuta.
Un profeta di nome Michea predisse perfino che Gesù sarebbe Nato a Betlemme!
La seconda candela è di colore rosso, chiamata Candela di Betlemme nonchè Candela della chiamata universale alla salvezza, ci ricorda la piccola città in cui nacque il nostro Salvatore. Noi raffiguriamo Maria e Giuseppe mentre stancamente vagano da una locanda all’altra, senza riuscire a trovare un posto dove riposare, finchè alla fine sono condotti al riparo di una stalla. Poi, nella più sacra tra le notti, mentre risposavano nella stalla insieme ai miti animali, il figlio di Maria, il bambino Gesù, nacque!
La terza candela è di colore rosa, chiamata la Candela dei pastori ma anche Candela della gioia, poiché furono i pastori ad adorare il bambino Gesù e a diffondere la lieta novella.
 La quarta candela è di colore bianco, la Candela degli Angeli e Candela dell’Amore per onorare gli angeli e la meravigliosa novella che portarono agli uomini in quella notte mirabile. Sebbene non possiamo ne vederli né sentirli, sono ancora gli angeli che ci portano il messaggio di Dio con pensieri d’amore e di pace, di gioia e di buona volontà”.

Le candele vanno accese una per settimana, al sabato sera o alla domenica, quando tutta la famiglia è riunita. Durante la settimana si possono accendere le candele (una per la prima settimana, due per la seconda ecc.) quando si prega o si mangia insieme, quando arriva un ospite…

 

LA VITA NON E’….

Pillole di Saggezza

” LA VITA NON E’ UN’INSIEME DI ASSURDITA’, MA UN INSIEME DI MISTERI CHE SONO SOSTENUTI DAL GRANDE MISTERO CHE E’ L’AMORE DI DIO…”

L’esistenza umana è un’avventura meravigliosa nella quale si è chiamati a realizzare una missione che tende verso una meta grandiosa: il ”regno dei cieli”. Per realizzare questa missione esistono dei mezzi che sono alla portata di tutti: ”le lampade e l’olio” ma è necessario essere accorti per far fronte a qualsiasi evenienza, anche quando lo sposo tarda a venire… ”vegliate, dunque…” .

E’ importante vigilare, la vigilanza, infatti, è opera dell’amore che è sempre attento e attivo. Vegliamo anche noi, portando l’olio della fede e dell’amore, che permette di essere sempre pronti ad accogliere  lo sposo.