Vangelo – LA TRAVE E LA PAGLIUZZA
Non è mai facile correggere il fratello che sbaglia. E possiamo farlo solo appellandoci alla vita di Cristo che è in noi e che ci fa parlare con la sua sapienza. Non è sufficiente invocare una qualsiasi legge esteriore: può correggere il fratello solo chi riconosce di poter errare lui stesso in ogni momento.
La cecità dalla quale Gesù mette i guardia i suoi discepoli è quella che impedisce di prendere giusta consapevolezza del proprio limite. Volgere attenzione sullo sbaglio altrui può essere una facile via di fuga per non lavorare seriamente su sé stessi. L’evangelista Luca, dopo aver esortato i credenti attraverso le parole del Maestro ad essere misericordiosi come il Padre, mostra come questa misericordia vada incarnata, avviando un processo di trasformazione e di vera conversione. Essere liberi dal giudizio e anche liberanti è la dinamica di scelta che ci fa eredi della croce, ristabiliti nella dignità di figli, resi giusti da un amore senza confini, elargito a noi per estendersi su altri. Le pagliuzze altrui le lasceremo perdere se trovate; le nostre travi, una volta riconosciute, saranno per noi stimolo per dar gloria a Dio come quei legni che, accogliendo Cristo crocifisso, divennero simbolo di Vita. È ciò che è avvenuto per l’apostolo Paolo, cambiato nella cecità del suo cuore dalla folgorante visione avuta sulla via di Damasco.