Vangelo – ‘Nessuno è Profeta nella sua patria’

Vangelo

Gesù Cristo è più che profeta: lui è la Parola stessa di Dio, la Buona Notizia per tutti. Ma molti non vogliono ascoltare e Gesù, come i profeti Elia ed Eliseo, trova rifiuto. Oggi ricorre la 69a Giornata mondiale dei malati di lebbra.

Due proverbi, nella sinagoga di Nàzareth, tentano di dire l’identità di Gesù: «Medico, cura te stesso» e: «Nessun profeta è bene accetto nella sua patria». Per i nazareni Gesù è un medico che deve curare e risolvere i loro problemi. Gesù, invece, afferma di essere un profeta: le guarigioni che compie sono un segno profetico che rivela la prossimità del Regno alla nostra vita, da accogliere con la gratitudine dei poveri e dei piccoli. Ai poveri, infatti, secondo Isaia, è annunciato l’evangelo, come abbiamo ascoltato domenica scorsa. I nazareni manifestano la pretesa dei ricchi, avanzando dei diritti nei confronti di Gesù. Non riconoscono il primato dell’amore, quello di cui oggi ci parla san Paolo: un amore che giunge ad anteporre il bisogno degli altri al proprio (II Lettura). I nazareni giungono persino a tentare di uccidere Gesù, il quale «passando in mezzo a loro, si mise in cammino». Il Padre custodisce la vita di Gesù, come aveva già promesso a Geremia (I Lettura): «Io sono con te per salvarti». Dio non si limita a tutelarne la vita, ma gli consente di proseguire nel suo ministero profetico, benché attraversato da ostilità e opposizioni.

 

Sinodo 2021/2023 ‘ Suscitare Profezie’

Sinodo 2021

«Lo scopo del Sinodo e quindi di questa consultazione – si legge nel documento preparatorio (paragrafo 32) – non è produrre documenti, ma «far germogliare sogni, suscitare profezie e visioni, far fiorire speranze, stimolare fiducia, fasciare ferite, intrecciare relazioni, risuscitare un’alba di speranza, imparare l’uno dall’altro, e creare un immaginario positivo che illumini le menti, riscaldi i cuori, ridoni forza alle mani».

Vangelo – La domenica della Parola di Dio

Vangelo

Una giornata per mettere a fuoco il dono della Parola nella vita della comunità dei discepoli.

L’importanza della Parola di Dio per noi cristiani deriva dal fatto che per mezzo di essa Dio stesso, in Cristo, parla alla Chiesa (Sacrosanctum Concilium 7). Soprattutto la lettura del racconto evangelico è presenza viva di Cristo in mezzo a noi.
Ogni volta che ascoltiamo il Vangelo facciamo la stessa esperienza di coloro che, presenti nella sinagoga di Nàzaret, fissano gli occhi su Gesù che parla e dice: «Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi».
Diventa nostra anche l’esperienza dell’antico popolo che partecipa alla solenne liturgia presieduta dal sacerdote Esdra (I Lettura) in cui l’ascolto della Parola suscita in tutti il dolore per le colpe commesse, ma non per farlo sprofondare nel pianto bensì per rialzarlo, infiammarlo di gioia e stimolarne l’impegno personale e comunitario. In ogni Messa, noi cristiani, nutriti alla mensa della Parola e dell’Eucaristia (Dei Verbum 21), chiediamo che lo Spirito ci riunisca in un solo corpo. Non sono parole dette con leggerezza: chiediamo a Cristo di diventare sue membra (II Lettura) e, ciascuno per la sua parte, ci impegniamo a essere eco di lui, che è parola di Dio. (LaDomenica)

Vangelo – SIAMO CHIESA, LA SPOSA AMATISSIMA DI DIO

Vangelo

Il rapporto tra Dio e il suo popolo è presentato dalla Scrittura in termini di un’“alleanza” che nel tempo assume chiaramente i tratti dell’unione sponsale. Dio gioisce per il suo popolo come fa lo sposo per la sua sposa e l’infedeltà di questa ne suscita la “gelosia”. Isaia (I Lettura) ci parla della gioia di Dio con l’immagine della festa di nozze, nella quale viene celebrato il suo amore per il popolo-sposa, simboleggiato dalla città di Gerusalemme, dove il Signore manifesta la sua giustizia e la sua salvezza.
Il vertice di questo amore è Cristo, il Figlio di Dio incarnato, nel quale l’umanità è assunta dalla divinità. Durante le nozze a Cana, accondiscendendo alla richiesta della Madre, Gesù manifesta la sua gloria compiendo il primo dei tanti “segni” (Vangelo), attraverso i quali intende suscitare la fede dei discepoli, soprattutto in vista dell’ora suprema della Croce. Tutti i segni sono garanzia che Gesù è il Segno di Dio che rivoluziona la storia: il Padre sigilla nel Figlio un patto di eterna amicizia con l’intera umanità che ora procede sotto il segno dello Spirito (Dei Verbum 2). E lo Spirito, per il quale Cristo continua a vivere e operare tra noi, è l’unica sorgente della pluralità dei carismi e dei ministeri della Chiesa (II Lettura) – (LaDomenica)

Sinodo – 1° Incontro ‘Cammino Sinodale’

Attivita parrocchiali

Preghiera del Sinodo

Siamo davanti a Te, Spirito Santo, mentre ci riuniamo nel Tuo nome.
Con Te solo a guidarci, fa’ che tu sia di casa nei nostri cuori;
Insegnaci la via da seguire e come dobbiamo percorrerla.
Siamo deboli e peccatori; non lasciare che promuoviamo il disordine.
Non lasciare che l’ignoranza ci porti sulla strada sbagliata
né che la parzialità influenzi le nostre azioni.
Fa’ che troviamo in Te la nostra unità affinché possiamo camminare insieme verso
la vita eterna e non ci allontaniamo dalla via della verità e da ciò che è giusto.
Tutto questo chiediamo a te,
che sei all’opera in ogni luogo e in ogni tempo,
nella comunione del Padre e del Figlio, nei secoli dei secoli. Amen.