Vangelo – «ÀLZATI E VA’: LA TUA FEDE TI HA SALVATO!»

Vangelo

Dio non ha bisogno di nulla, ma gradisce la riconoscenza degli uomini per i suoi doni. Gesù oggi ci avverte: può succedere che un lontano, uno straniero sia più sensibile e attento nel cogliere i doni di Dio e nel ringraziare. Non diamo mai per scontato ciò che riceviamo da Dio.
Basta il miracolo per essere “salvati”? No. È indispensabile la fede. Il Vangelo ci dice che, su dieci lebbrosi «purificati», uno soltanto, «vedendosi guarito», sente il bisogno di lodare «Dio a gran voce» e di prostrarsi ai piedi di Gesù «per ringraziarlo». Gesù si rammarica molto, perché a lui solo può offrire la consolante certezza: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!». Per la fede in «Cristo, risorto dai morti», l’apostolo Paolo (II Lettura) soffre «fino a portare le catene come un malfattore» e sopporta ogni cosa, perché i cristiani «raggiungano la salvezza». La fede ci dà la certezza che, se rimaniamo uniti a Cristo, la nostra vita non fallirà. Anche Naamàn, uomo pagano (I Lettura), guarito dalla lebbra dopo essersi bagnato nel fiume Giordano per la parola del profeta Elisèo, riconosce che ormai non potrà onorare nessun altro dio, se non il Signore. La nostra fede si basa sul miracolo più grande compiuto da Gesù: la sua risurrezione! Non cercarne altri. Se proprio desideri “vedere un miracolo”, contempla le meraviglie del tuo corpo. Nonostante problemi e difficoltà, non è forse un miracolo quotidiano? E già questo potrebbe bastare per lodare e ringraziare Dio! (laDomenica)

Pellegrinaggi in Programma

Pellegrinaggi

Programma Pellegrinaggi

  • Il 23 ottobre pellegrinaggio al Santuario di Pompei per affidare alla Beata Vergine Maria il Nuovo Anno Pastorale 2022/23 e tutte le attività. Partenza alle ore 16.30 dal piazzale parrocchiale.
  • il 4- 5 e 6 novembre pellegrinaggio ad Assisi e al Santuario della Verna

Per info, costi e prenotazioni rivolgersi al parroco don Francesco Russo o al Vice parroco Saggiomo

Simboli Biblici – ‘Il Granello di Senape”

Simboli Cristiani

Il Vangelo di ieri 2 ottobre parla di senape.
La pianta di senape, nota e coltivata in Palestina, è menzionata nel Nuovo Testamento da Gesù che, quando parla in parabole, indica il suo seme come simbolo del Regno di Dio (Mt 13,31; Mc, 4,31; Lc 13,19) e della fede del credente (Mt 17, 20; 21,21; Lc 17, 5-6).

Il granello di senape, piccolissimo come la punta di uno spillo, è caratterizzato da estrema piccolezza e da grande dinamismo vitale. Benché quasi invisibile, questo granello cresce e, sfuggendo al controllo del contadino, raggiunge anche i tre metri di altezza: «Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell’orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami» (cfr. Mt. 13,32). Per questa forza vitale, il granello di senape, è simbolo del Regno di Dio, il cui dinamismo sfugge a ogni umano controllo.
Come il seme di senape, raggiunta la sua crescita, offre riparo agli uccelli che costruiscono il loro nido tra i suoi rami, così il Regno di Dio annunciato da Gesù in modo umile, nella piccolezza, stupirà per la grandezza del suo compimento finale.

Il paragone del Regno di Dio con l’albero richiama alcune profezie (cfr. Ez 17, 23; 31, 6; Dan 4, 9.18), ma con notevoli differenze: i profeti utilizzano alberi grandi e maestosi, in particolare il cedro. Gesù sceglie la senape che è piantata nel campo o nell’orto di casa. Il Regno di Dio inizia da piccole cose, si sviluppa nel quotidiano, fino a diventare un albero grandioso, che offre protezione a tutti.

Il granello di senape simboleggia inoltre, in maniera efficace, la stessa vita di Gesù: la sua nascita umile e nascosta ai potenti, la sua vita a Nazareth come uno dei tanti carpentieri, l’annuncio della croce e il suo mistero pasquale che producono scandalo. Eppure l’apparente umiltà e fallimento della sua vita sfocia nella novità della risurrezione; immettendo nella storia la potenza dello Spirito, che spalanca il Regno di Dio a tutti i popoli della terra, che in esso trovano rifugio e salvezza.

Il granello di senape è simbolo della fede del credente che, anche se piccola, può compiere cose grandi. La potenza della fede, sia pure piccola come un granello di senape, è capace di spostare ciò che di più solido vi è sulla terra come il monte (Mt 17,20; 21,21) o di trapiantare in mare ciò che vive radicato nella terra, come l’albero (Lc 17,5-6). (Ed.Paoline)

Vangelo – SIGNORE, «ACCRESCI IN NOI LA FEDE! »

Vangelo

Giustamente gli apostoli chiedono al Signore: «Accresci in noi la fede!». Questa, infatti, non è una virtù acquisita una volta per tutte, ma va desiderata, chiesta, coltivata ogni giorno. Piccola e traballante, la fede è sempre luce sufficiente per procedere nel cammino incontro al Dio che viene.
Semplice e bella è la richiesta degli apostoli al Signore: «Accresci in noi la fede». Sconvolgente e paradossale è la risposta di Gesù: un invito a osare l’impossibile. La vera fede, anche piccola «quanto un granello di senape», potrebbe sovvertire le leggi della natura… E deve sovvertire la mentalità all’interno della comunità ecclesiale. Coloro che prestano servizio nella Chiesa, devono compierlo senza aspettarsi gratitudine umana o vantaggi personali. Anzi, quando hanno fatto tutto il loro dovere fino in fondo, devono considerarsi semplicemente «servi inutili». La fede (I Lettura) sostiene la vita del giusto anche nei momenti di tribolazioni e di crisi. L’Apostolo (II Lettura) raccomanda ai ministri consacrati di ravvivare e custodire «mediante lo Spirito Santo… il bene prezioso» che è stato loro affidato. Questo “bene prezioso”, la fede, è stato affidato anche a noi con il Battesimo e deve animare il nostro servizio nella Chiesa, senza attendere alcuna ricompensa terrena. Il vescovo don Tonino Bello amava ripetere che è una gioia lavorare con impegno nella casa del Signore come «servi inutili… a tempo pieno!». Fare tutto per amore di Gesù!
(La Domenica)

Gli Angeli Custodi, i nostri migliori amici

Celebrazioni&Solennità

Presenza discreta e potente dell’amore di Dio

”Ecco, io mando un Angelo davanti a te per custodirti sul cammino e per farti entrare nel luogo che ho preparato” (Es 23, 20). L’idea che ogni uomo abbia un Angelo Custode che lo accompagna nella vita, lo aiuti nelle difficoltà, lo guidi verso Dio e lo assista nel momento estremo della morte non è retaggio di un tempo passato, ma è e rimane una questione di fede da credere, anche in assenza di una definizione dogmatica formale. Non è solo la fede a dirlo, ma anche la dottrina della Scrittura e della Tradizione cristiana, e quella costantemente sostenuta dalla comune e ordinaria autorità docente della Chiesa universale.
L’Angelo Custode ha lo scopo principale di assistere il fedele nel suo cammino verso la salvezza eterna e lo scopo secondario di aiutarlo a realizzare la sua felicità terrena, oltre l’umana debolezza. sempre nel rispetto del libero arbitrio dell’uomo, creato a immagine e somiglianza di Dio. Invocati con la tradizionale preghiera dell’Angelo di Dio’, gli Angeli Custodi concretizzano il loro legame con la persona loro affidata in tre direzioni.
Ci assistono nell’adorazione: aiutati dagli Angeli, che in cielo stanno costantemente in presenza del Padre, possiamo condurre una vita santa, sotto lo sguardo di Dio, come veri adoratori del Padre.
Ci assistono nella contemplazione: gli Angeli intervengono nella storia della salvezza come strumenti e testimoni(nella nascita di Cristo, nella sua passione e morte, nella risurrezione e ascensione…) e ci comunicano, adattata alla nostra misura, la luce dei misteri della salvezza, che essi comprendono infinitamente meglio di noi.
– Ci assistono nell’apostolato: l’annuncio della Parola è una missione apostolica, per l’Angelo e per il cristiano è un dovere santo di ogni membro del Corpo Mistico, per l’estensione del regno di Dio <<poichè è dalla Parola di Dio che vengono la fede, la speranza e la carità>> (San Lorenzo da Brindisi).
La trasmissione della verità della fede, si fà principalmente attraverso gli Angeli Custodi <<che rivelano agli uomini i divini misteri….partecipano all’illuminazione della fede>> (San Tommaso d’Aquino).
San francesco di Sales ne era talmente convinto che quando predicava invocava sempre gli Angeli Custodi dei suoi ascoltatori. (riflessione di don Marcello Stanzione dal foglietto ‘La Domenica’ del 2 ottobre 2022)